lunedì 12 gennaio 2015


Valeria Malknecht


Quest’anno la nostra città vecchia fa da vetrina ad un’interessante iniziativa denominata “Natale nell’Isola”.

Sulla scia della versione estiva de “L’isola che vogliamo”, anche per il periodo natalizio viene offerta la possibilità di visitare la città e, per l’occasione, gli allestimenti dei presepi siti in diversi punti dell’isola e, perché no, di poter passeggiare fra le vie del centro storico alla ricerca di un ricordo, di una emozione.

La storia del presepe affonda le proprie radici al tempo di San Francesco d’Assisi che si dice “inventò” il primo presepe intorno al 1200.
L’umile frate, dopo aver visitato la grotta di Betlemme, di ritorno in Italia fece costruire da Giovanni Da Greggio una stalla, in cui fece mettere del fieno, un bue ed un asino.
Si narra anche che nella notte di natale del 1223 contadini e pastori si incamminarono verso la grotta portando doni e che, durante la celebrazione della messa, apparve nella mangiatoia un bimbo.

Tra storia, leggende ed altri scritti che ci parlano di come si è evoluta la rappresentazione della scena della natività, il presepio è giunto sino ai giorni nostri, ricco di simbologie diverse a seconda dei luoghi in cui è stato rappresentato.
Degno di essere menzionato è sicuramente il presepe della scuola napoletana.
I più famosi sono di ambientazione settecentesca perché è intorno al 1700 che il presepe “uscì” dalle chiese per essere rappresentato nelle case dell’alta aristocrazia.
Presepe Reale nella Reggia di Caserta
(foto dal web)
Anche presso la reggia di Caserta è conservato un maestoso presepe.
L’allestimento che ora si ammira nella sala Ellittica della Reggia, è lo stesso di quello che fu il presepe di corte.
Fatto di terracotta, le figure che sono rappresentate non sono solo quelle “classiche” della natività, ma si colorano di altri personaggi: l’Osteria, il viaggio dei Re Magi, i gruppi di pastori.

Anche Taranto quest’anno ha voluto rendere omaggio al presepe rappresentandolo nelle sue svariate forme ed adattandolo ai nostri simboli…l’ambientazione marinaresca, le reti della pesca, le barche…perché se la scena della natività è la stessa in tutto il mondo cristiano, ciò che la rende originale è come essa viene interpretata dalla gente.
E la nostra isola ha voluto interpretare il presepe in riva al mare, nella sua Via Cava, negli ipogei e fra le reti della pesca, strumento che identifica i nostri pescatori e Taranto stessa.
E, perché no, gli allestimenti dei presepi nella nostra Città Vecchia offrono anche la possibilità di farla tornare viva e di sensibilizzare i cittadini a rispettarla e riscoprirla ancora una volta.

…In attesa che quel Gesù Bambino e quella Madonna ai suoi piedi tornino a solcare quelle strade, ma in una veste diversa…nella veste di un Cristo morente che risorgerà e di una madre dolorosa…