Umberto De Angelis
Una
delle processioni molto amate e seguite dal popolo tarantino è quella di Gesù
Bambino curcàte.
Anticamente
la processione era organizzata dalla congrega della Trinità dei Pellegrini il
cui statuto fu approvato nel 1776, ma di una confraternita della Trinità dei
Pellegrini ci sono riferimenti storici già dal 1556. La storia di questa
confraternita legata anche in parte alla storia della chiesa della Trinità,
abbattuta per riportare alla luce i resti del tempio di Poseidone in Città
Vecchia è stata abbastanza complessa. Quest'ultima era infatti proprietaria
della piccola statua di Gesù Bambino.
La
statua di Gesù Bambino, per il resto dell'anno, in quegli anni, si conservava nella
chiesa di Santa Lucia dove la confraternita fu trasferita dopo la demolizione
della chiesa della SS. Trinità.
Dalla
chiesa di Santa Lucia la processione d'u Bammìne curcàte uscì soltanto nel 1967.
I
tarantini però, soprattutto i più tradizionalisti, chiedevano insistentemente il
ripristino della “festa” natalizia e così, nel 1976, fu deciso di affidare alla
Confraternita del Carmine l’organizzazione della processione (notizie tratte da
“Destinazione Dio” di Nicola Caputo ed. Mandese – pagg. 314-340).
Lo
scorso Dicembre durante l’ultima festa dello scambio di Auguri natalizi 2014,
rivedendo il mio compagno di aggregazione (e di tante partecipazioni ai riti
della Settimana Santa) Giacinto Laganà, abbiamo ricordato insieme proprio le
emozioni di quella famosa processione del 1976. La sua memoria storica è
sicuramente più ricca della mia.
Quell’anno,
eravamo giovani confratelli (aggregati nel 1975), con Giacinto vivevamo in
confraternita l’atmosfera di attesa e di preparazione di quella processione che
ripartiva dopo 9 anni di assenza.
Per
riprendere la tradizione della confraternita della Trinità, era stato deciso
che dovevamo uscire con le “mozzette rosse”. Del nostro abito di rito avremmo
conservato solo il camice e poi avremmo indossato una cintura rossa con i due
pendagli rossi sul lato sinistro al posto del cintolo. Sulle spalle le mozzette
rosse di quella confraternita che portavano sul lato sinistro il crocifisso e
sul lato destro lo stemma della congrega. Per quanto riguarda l’individuazione
dei portatori, il consiglio decise che si doveva procedere con l’estrazione, fra
i confratelli che volevano partecipare, del
nome di un confratello che avrebbe proposto, all’attenzione del consiglio, la squadra dei 4 portatori e delle 4 forcelle.
Io
e Giacinto, nella remota probabilità di estrazione di uno dei nostri nomi ci
eravamo in parte preparati con il nominativo di altri 2 amici confratelli Luigi
Picciarelli (confratello anziano) e Giulio Lanzalonga aggregatosi con noi.
Eravamo anche in contatto con Michele Leone e il suo gruppo. Tutti avevano dato
con piacere la loro disponibilità e con loro ci avrebbe fatto piacere
condividere l’onore di portare il Bambino.
La
sera di Domenica 19 dicembre 1976 nella Chiesa del Carmine ci fu l'assemblea
che avrebbe dovuto determinare gli estratti per lo svolgimento della
Processione. Nei saloni della confraternita quel giorno c’era tanto fermento e
tanta attesa.
Il
segretario dell'epoca Cavalier Francesco Mignogna (conosciuto e chiamato da
tutti Don Ciccio) e l’economo Franco Pizzolla con grande precisione prepararono
i biglietti e l’urna. In questa vennero disposti tutti i biglietti con i
nominativi dei confratelli che intendevano partecipare.
Tutto
era pronto si poteva procedere all’estrazione. In quel momento nonostante i
saloni fossero gremiti si fece un silenzio assoluto.
Dall'urna
il segretario estrasse il fatidico bigliettino, lo aprì con cura e con la sua
voce chiara e forte pronuncio: “Umberto De Angelis”.
Sentii
un brivido di freddo lungo la schiena, il mio nome, non credevo alle mie
orecchie, molti con lo sguardo cercavano quel confratello fortunato che non
conoscevano, ma subito si accorsero di me quando Giacinto mi scosse e ad alta
voce mi disse: “Umberto, sei proprio tu…, portiamo il Bambino!”.
Rimanemmo
stupiti e increduli, ma capimmo che tutto era meravigliosamente vero quando Franco
Pizzolla ci consegnò le “mozzette rosse”
(originali, “fresche” di naftalina) che avremmo dovuto indossare in
Processione.
Quando
scendemmo le scale dell'oratorio per annunciare la notizia ai nostri parenti, appena
ci videro con le mozzette in mano capirono in anticipo che eravamo stati
“chiamati” dal sorteggio e ci fecero i
sospirati auguri.
La
proposta degli altri confratelli venne accettata dal consiglio e la squadra fu
composta:
Sdanghe
- De Angelis Umberto Laganà Giacinto Picciarelli Luigi Lanzalonga Giulio
Forcelle
- La Gioia Giuseppe, Presciutti Italo,
Leone Michele, Battista Cosimo.
Il
25 Dicembre 1976 al suono della Pastorale “Battista n.1” uscì dal portone della
Chiesa del Carmine la statua di "Gesù'
Bambino curcàte" dopo nove anni di assenza.
Prima
del rientro al Carmine, in Piazza
Garibaldi ci fu una breve sosta con lancio di Mongolfiere.
Quel
giorno di Natale del 1976 per me e Giacinto fu la prima esperienza con una
statua sulla spalla e con quel Bambino Gesù continuò il lungo cammino nella
nostra crescita di Fede e di vita di confraternita. Ringrazio Giacinto per aver
ricordato con me la cronaca e le emozioni di quei giorni e per avermi fornito
alcune foto storiche dal suo archivio.
Auguro
ai novizi che porteranno e accompagneranno quest’anno il Bambino Gesù nella
processione dell’Epifania, di poter vivere con gioia e con Fede tutti i momenti
del Rito, per poterli ricordare sempre nella loro lunga appartenenza alla
Confraternita del Carmine.
Decor