venerdì 9 gennaio 2015




 Umberto De Angelis



Una delle processioni molto amate e seguite dal popolo tarantino è quella di Gesù Bambino curcàte.
Anticamente la processione era organizzata dalla congrega della Trinità dei Pellegrini il cui statuto fu approvato nel 1776, ma di una confraternita della Trinità dei Pellegrini ci sono riferimenti storici già dal 1556. La storia di questa confraternita legata anche in parte alla storia della chiesa della Trinità, abbattuta per riportare alla luce i resti del tempio di Poseidone in Città Vecchia è stata abbastanza complessa. Quest'ultima era infatti proprietaria della piccola statua di Gesù Bambino.
La statua di Gesù Bambino, per il resto dell'anno, in quegli anni, si conservava nella chiesa di Santa Lucia dove la confraternita fu trasferita dopo la demolizione della chiesa della SS. Trinità.
Dalla chiesa di Santa Lucia la processione d'u Bammìne curcàte uscì soltanto nel 1967.
I tarantini però, soprattutto i più tradizionalisti, chiedevano insistentemente il ripristino della “festa” natalizia e così, nel 1976, fu deciso di affidare alla Confraternita del Carmine l’organizzazione della processione (notizie tratte da “Destinazione Dio” di Nicola Caputo ed. Mandese – pagg. 314-340).
Lo scorso Dicembre durante l’ultima festa dello scambio di Auguri natalizi 2014, rivedendo il mio compagno di aggregazione (e di tante partecipazioni ai riti della Settimana Santa) Giacinto Laganà, abbiamo ricordato insieme proprio le emozioni di quella famosa processione del 1976. La sua memoria storica è sicuramente più ricca della mia.
Quell’anno, eravamo giovani confratelli (aggregati nel 1975), con Giacinto vivevamo in confraternita l’atmosfera di attesa e di preparazione di quella processione che ripartiva dopo 9 anni di assenza.
Per riprendere la tradizione della confraternita della Trinità, era stato deciso che dovevamo uscire con le “mozzette rosse”. Del nostro abito di rito avremmo conservato solo il camice e poi avremmo indossato una cintura rossa con i due pendagli rossi sul lato sinistro al posto del cintolo. Sulle spalle le mozzette rosse di quella confraternita che portavano sul lato sinistro il crocifisso e sul lato destro lo stemma della congrega. Per quanto riguarda l’individuazione dei portatori, il consiglio decise che si doveva procedere con l’estrazione, fra i confratelli che volevano partecipare,  del nome di un confratello che avrebbe proposto, all’attenzione del consiglio,  la squadra dei 4 portatori e delle 4 forcelle.
Io e Giacinto, nella remota probabilità di estrazione di uno dei nostri nomi ci eravamo in parte preparati con il nominativo di altri 2 amici confratelli Luigi Picciarelli (confratello anziano) e Giulio Lanzalonga aggregatosi con noi. Eravamo anche in contatto con Michele Leone e il suo gruppo. Tutti avevano dato con piacere la loro disponibilità e con loro ci avrebbe fatto piacere condividere l’onore di portare il Bambino.
La sera di Domenica 19 dicembre 1976 nella Chiesa del Carmine ci fu l'assemblea che avrebbe dovuto determinare gli estratti per lo svolgimento della Processione. Nei saloni della confraternita quel giorno c’era tanto fermento e tanta attesa.
Il segretario dell'epoca Cavalier Francesco Mignogna (conosciuto e chiamato da tutti Don Ciccio) e l’economo Franco Pizzolla con grande precisione prepararono i biglietti e l’urna. In questa vennero disposti tutti i biglietti con i nominativi dei confratelli che intendevano partecipare.
Tutto era pronto si poteva procedere all’estrazione. In quel momento nonostante i saloni fossero gremiti si fece un silenzio assoluto.
Dall'urna il segretario estrasse il fatidico bigliettino, lo aprì con cura e con la sua voce chiara e forte pronuncio: “Umberto De Angelis”.
Sentii un brivido di freddo lungo la schiena, il mio nome, non credevo alle mie orecchie, molti con lo sguardo cercavano quel confratello fortunato che non conoscevano, ma subito si accorsero di me quando Giacinto mi scosse e ad alta voce mi disse: “Umberto, sei proprio tu…, portiamo il Bambino!”.
Rimanemmo stupiti e increduli, ma capimmo che tutto era meravigliosamente vero quando Franco Pizzolla ci consegnò le “mozzette rosse”  (originali, “fresche” di naftalina) che avremmo dovuto indossare in Processione.
Quando scendemmo le scale dell'oratorio per annunciare la notizia ai nostri parenti, appena ci videro con le mozzette in mano capirono in anticipo che eravamo stati “chiamati” dal sorteggio e ci fecero i  sospirati  auguri.
La proposta degli altri confratelli venne accettata dal consiglio e la squadra fu composta:
Sdanghe -  De Angelis Umberto  Laganà Giacinto  Picciarelli Luigi  Lanzalonga Giulio
Forcelle - La Gioia Giuseppe,  Presciutti Italo, Leone Michele, Battista Cosimo.
Il 25 Dicembre 1976 al suono della Pastorale “Battista n.1” uscì dal portone della Chiesa del Carmine la statua di  "Gesù' Bambino curcàte" dopo nove anni di assenza.
Prima del rientro al Carmine,  in Piazza Garibaldi ci fu una breve sosta con lancio di Mongolfiere.
Quel giorno di Natale del 1976 per me e Giacinto fu la prima esperienza con una statua sulla spalla e con quel Bambino Gesù continuò il lungo cammino nella nostra crescita di Fede e di vita di confraternita. Ringrazio Giacinto per aver ricordato con me la cronaca e le emozioni di quei giorni e per avermi fornito alcune foto storiche dal suo archivio.
Auguro ai novizi che porteranno e accompagneranno quest’anno il Bambino Gesù nella processione dell’Epifania, di poter vivere con gioia e con Fede tutti i momenti del Rito, per poterli ricordare sempre nella loro lunga appartenenza alla Confraternita del Carmine.
Decor