giovedì 29 gennaio 2015

Mattia Giorno 

Nelle scorse settimane ho avuto modo di parlarvi di “attesa”, intesa come momento di preparazione al Santo Natale; e così, partendo da questo, cercherò oggi di raccontarvi le emozioni che in questi giorni mi accompagnano e mi sostengono per portarmi a vivere, nel prossimo mese, l’inizio della Quaresima.

Tutto ha inizio qualche giorno fa mentre, scorrendo la home page di Facebook, mi sono imbattuto nel video dell’uscita dei Misteri dello scorso anno. Sono le 17.00 ed il portone del Carmine si apre, tutto sta per avere inizio e così, sotto un leggero manto di pioggia, la banda Lemma inizia ad eseguire le note della splendida marcia “A mio padre”. Il mio cuore si è fermato, la mia mente ha smesso di pensare e tutto per un attimo è tornato indietro di quasi un anno; dentro me non sentivo altro che emozioni, frutto di una strana sensazione che si avverte da bambini, quando una cosa già vissuta sembra come mai accaduta.


La banda suona e pian piano riaffiorano i ricordi di quella processione, la prima per me a piedi nudi. Il pensiero è volato all’attimo in cui, tolte le scarpe, poggiai i piedi sul marmo del terzo piano e credetemi, all’improvviso, ho avvertito lo stesso brivido che ebbi nel sentire il freddo attraversare il mio corpo.

“A mio padre” continua ed io sono ancora incantato nel vedere il nostro troccolante nazzicare sotto il portone, non è sereno il suo sguardo che vede la pioggia aumentare. Qualche attimo e il portone si richiude innanzi a noi. Ricordo bene il timore che tutti abbiamo avuto e rivedo, nel video, quegli sguardi tristi di chi, senza più voglia né forza di attendere, ha dovuto aspettare ancora qualche ora.


Da quel giorno ad oggi non ho più smesso di ascoltare marce funebri, e credo che ne avrò ancora per molto, almeno fino a quando “Jone” non accompagnerà il simulacro dell’Addolorata dentro alla nostra amata chiesa. Ancora per molto si, precisamente più di due mesi, ma non è di certo abbastanza e non lo sarà mai.

Poi, per caso, ti capita di incontrare per strada qualche confratello, qualche amico che come te condivide la passione per i riti della Settimana Santa ed eccoci, come fosse ancora la prima volta, parlare di ciò che è stato e di ciò che sarà. Immagino che tutti abbiamo già iniziato ad attendere con ansia la Domenica delle Palme 2015, giorno in cui gareggeremo per aggiudicarci i simboli e le poste della 250esima processione dei Misteri.

Non riesco ancora a crederci, 250 anni che Gesù Morto e l’Addolorata, per mano dei nostri fratelli, varcano quel portone e diventano messaggio di sofferenza e speranza per la nostra città; non credo nemmeno all’idea che quest’anno i nostri Riti attraverseranno il ponte girevole, momento storico e, ne sono più che sicuro, di enorme bellezza per noi che vivremo quel giorno con un pizzico di passione in più e per chi, da fuori, osserverà il nostro andare tra il mare e gli antichi palazzi della città vecchia.


Ormai ci siamo, fratelli miei, questa è vera e propria attesa. Credo che chiunque in questi giorni abbia ascoltato almeno una marcia o, se proprio non lo ha fatto, qualche pensiero, qualche ricordo o qualche parola con qualcuno, l’avrà sicuramente scambiata.


Magari qualcuno ha già “chiuso squadra”, qualcun altro invece è in cerca di un compagno, altri ancora provano a conservare qualche soldo per permettersi di gareggiare. Tutto è possibile, ma ciò che con certezza adesso io posso dire è che tutti, dal primo all’ultimo, non stiamo più nella pelle e desideriamo ardentemente correre al 15 febbraio, dove con le solenni Quarantore daremo inizio al percorso che ci guiderà alla prossima Settimana Santa.


Voglio lasciarvi così, con una richiesta, che tutti voi mentre leggete queste parole pensiate al momento più bello che la vostra spiritualità carmelitana vi ha dato, per ricordarvi che siete parte di una grande famiglia; voglio inoltre che pensiate alla marcia che più vi piace, perché possiate vivere questi ultimi giorni, in attesa della Quaresima, con la certezza che anche quest’anno Cristo morirà per noi, per poi risorgere e donarci la salvezza eterna.


Tutto questo è Decor, per me lo è stato dal 2010, lo è e lo sarà per sempre, nonostante le sofferenze, i problemi, i lutti, che in questi ultimi mesi ci hanno lasciato senza persone importanti per la vita della Confraternita, e le attese, perché senza di queste le nostre emozioni non sarebbero forti e belle come le viviamo ogni anno.