venerdì 18 luglio 2014


Luca Bucci
Terminato il periodo pasquale, con la frenesia tipica ed ormai consolidata nei secoli che un confratello vive, ci si avvia verso i festeggiamenti della Beata Vergine Maria il 16 Luglio, passando per la festa del Santo Patrono di Taranto San Cataldo ed il Corpus Domini. 

Tutti questi appuntamenti sono di importante rilevanza per un cristiano e confratello in particolar modo il quale, compatibilmente con impegni improrogabili, veste l’abito di rito per partecipare cosi alle solenni processioni.
Questo periodo, che va dalla Santa Pasqua fino al 16 Luglio, è spesso costellato di impegni lavorativi, improvvise partenze, allontanamenti forzati che non permettono ai confratelli stessi di vivere quotidianamente quel senso di appartenenza al sodalizio; questo fa crescere quel senso di vuoto, di mancanza che solo il richiamo della Madre riesce a colmare.

Accade cosi, per un preciso disegno, che quel giorno, quel particolare giorno in cui dei nuovi novizi indossano per la prima volta lo scapolare, tutti i confratelli o quasi, si ritrovano nella stessa sala e con gli stessi sorrisi di sempre, ad aprire ognuno la propria borsa o valigia e a tirare fuori ogni singolo pezzo di quel meraviglioso abito.

Non è un giorno come gli altri; è una festa, la festa di ogni confratello che ha deciso spontaneamente di percorrere quella strada che porta alla Madre…verso quella benevolenza e quel senso d’infinita maternità.

È un giorno unico per un novizio che dopo mesi di catechesi e notti passate insonni, desidera con tutte le sue forze percorrere la navata centrale della chiesa verso un destino dal quale non potrà mai sottrarsi; una volta imposto lo scapolare e poggiata la mozzetta sulle spalle quell’uomo, consacrato come cristiano sin dal giorno del battesimo, assumerà un nuovo impegno portando la parola di Dio agli altri attraverso il decoro che distingue un confratello dell’Arciconfraternita della Beata Vergine del Monte Carmelo.

È un vero e proprio contratto con la Madonna scritto col cuore, con l’impegno e la volontà di reggere anche con le proprie spalle il peso della Croce di Cristo. Non è una mera accettazione di uno statuto redatto in calce o soltanto il seguire delle indicazioni che provengono da organi superiori; essere confratelli è uno stile di vita ed in quanto tale, deve diventare un tutt’uno con il proprio quotidiano sentendosi responsabili di ciò che si rappresenta anche quando bisogna alzare la voce davanti a scelte opinabili, mantenendo sempre quel decoro che rende una comunità unita e con l’unico scopo che è l’amore verso Dio e verso il prossimo.

Ed è proprio questo scopo comune che riunisce nel giorno del 16 Luglio tutti quei confratelli fieri di essere parte integrante d’una famiglia in continua crescita fatta di soli figli di un’unica Madre; in quel giorno anche il caldo afoso, che fa sudare sotto i cappucci e le mozzette, lascia il posto alla preghiera, al desiderio di sentire ancora più stretto quell’abbraccio che solo una Madre infinitamente amorevole sa dare.


Ogni confratello indosserà il suo abito ed ancora una volta si abbandonerà tra quelle braccia ed in quel momento, in quel preciso momento capirà che la scelta fatta un anno o magari cinquant’anni prima, continua a condurlo verso l’amore di Dio.