lunedì 9 giugno 2014

Antonello Battista 

La bontà e l’umanità di Papa Francesco hanno conquistato il cuore di tutti i cattolici e del mondo intero, le sue parole sono sempre fonte di speranza e di riconciliazione con la buona novella del Signore.

Le parole pronunciate dal Papa lo scorso 19 Maggio, in occasione dell’apertura dei lavori dell’assemblea della CEI, oltre ad essere un avvenimento insolito, poiché è stato il Pontefice stesso a preparare il discorso d’apertura, sono state simbolicamente l’emblema dell’umiltà del Santo Padre, vescovo tra i vescovi, pastore tra i pastori. Sin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha sottolineato la funzione pastorale del suo ministero, presentandosi a tutto il mondo dalla loggia centrale di S. Pietro, come il vescovo di Roma venuto dall’altra parte del mondo e quindi questa sua prolusione all’annuale assemblea dei suoi fratelli pastori italiani, è un gesto che ancor di più mette in evidenza il suo episcopato romano.

Il Santo Padre per l’occasione ha esortato la Chiesa a fuggire le divisioni ed a sentirsi corpo unico in Cristo unica via e meta della sua missione evangelizzatrice. Francesco ha per l’appunto affermato:

"La povertà di comunione è lo scandalo più grande. La divisione deturpa il volto della Chiesa…. Come pastori dobbiamo fuggire la tentazione, la gestione personalistica del tempo, le chiacchiere che diventano bugie, la durezza di chi giudica...il rodersi della gelosia, l'invidia. Quanto è vuoto il cielo di chi è ossessionato da se stesso", il Papa ha anche esortato i fratelli ad fuggire il "ripiegamento di chi va cercare nel passato le certezze perdute ", e ancora, l'atteggiamento di chi "vorrebbe difendere l'unità umiliando la diversità".

Queste parole proferite di fronte ai vescovi, ma rivolte a tutti noi, non possono restare inascoltate da noi cristiani e soprattutto da noi confratelli, membra vive del corpo laico della Chiesa, poiché sono da sempre state le divisioni la causa di tutti gli eventi più nefasti per la Chiesa Cattolica e per le nostre comunità laicali. È nella divisione che il demonio pianta il suo seme e induce l’uomo al peccato, alla discordia col fratello, al risentimento e finanche alla lotta ed al litigio.

Un cristiano, soprattutto se rappresentante delle istituzioni ecclesiastiche non può volere il male del fratello, ma deve vedere sempre nel suo volto, quello del Cristo, non può preferire il ritorno personale al bene delle Chiesa, unica erede del messaggio di salvezza lasciatoci da nostro Signore Gesù Cristo.

Le parole del Papa ma soprattutto il suo esempio sono sempre più per tutti noi cattolici, motivo di vera gioia e rivalsa per i più umili, riportati di nuovo al centro della missione della Chiesa su questa terra, tutto ciò non dovremmo mai dimenticarlo; il Papa non smette mai di ripetere che al centro della nostra vita deve esserci il Vangelo, ed il Vangelo è Cristo, e Cristo è nei poveri e nei più deboli, il resto è solo un paradosso e noi dovremmo scrollarci di dosso tutto ciò che non ci porta alla vera vita in Cristo ed alla sua contemplazione