venerdì 24 febbraio 2017

Valeria Malknecht

“Dov’è la tua vittoria?”

Fra pochi giorni, con l’inizio delle solenni Quarant’ore, la nostra confraternita entrerà nel vivo del tempo di Quaresima, così tanto atteso e così intenso.
Quarantore 2016, la Confraternita dellAddolorata in preghiera
nella nostra chiesa, ph.Giovanni Schinaia


E da lì in poi, sarà tutto un susseguirsi di appuntamenti, primo fra tutti le Via Crucis che si terranno presso la nostra Chiesa ogni domenica, cui faranno seguito l’adorazione della Croce dei confratelli, per poi giungere alla domenica delle Palme ed alla amata Settimana Santa.

In questo periodo di frenetico rincorrersi di scadenze di lavoro e di impegni da gestire, mi capita ogni tanto di fermarmi leggere alcuni passi della via Crucis di Padre Serafino Marinosci. La stessa che ormai da qualche anno intono con la voce e con il cuore ogni domenica sera di quaresima.

Quelle parole, così profonde e così vibranti, che raccontano gli ultimi giorni di vita di Gesù, mi sembrano tanto attuali, da poter essere contestualizzate anche alle storie del nostro tempo.

In Gesù che viene deriso, umiliato, giudicato e poi condannato a morte, riconosco troppo spesso (ed il più delle volte, ahimè, troppo facilmente) alcuni uomini di oggi, contro cui si fa presto a puntare il dito, senza pensarci troppo, ma nei confronti dei quali è così difficile provare un po’ di comprensione.

In Simone di Cirene, che carica su di sé il peso della croce di uno sconosciuto, senza chiedere nulla in cambio, intravedo i tratti di chi prova la gioia di donarsi agli altri, di chi trova la propria ricchezza nell’aiutare un fratello, nell’offrire all’amico una risata sincera, o una semplice rassicurazione … “vedrai cha andrà tutto bene…”.

In Maria, la Donna dal Cuore trafitto da mille lame di spada, ritrovo il dolore delle madri di oggi, specie di quelle che hanno vissuto lo strazio del distacco dai propri figli. Ma insieme, scorgo il coraggio della donna instancabile, che non si arrende mai, che lavora, che accudisce, che si occupa di tutto con amore, anche se a volte fra le lacrime.


In Gesù sofferente, riconosco i tratti di chi è malato, non solo nel corpo, ma anche nell’anima. Distinguo i volti della gente piegata dal silenzioso ed inosservato male della solitudine, della tristezza, dell’abbandono. E mi fermo a riflettere su chi, attorno a me, sta affrontando con coraggio la dura prova della malattia.

E dopo questo breve scorrere di immagini e di storie, è bello pensare che alla fine, bhè, una fine non c’è. Che si fa sempre in tempo ad ammettere di aver sbagliato nel giudicare male e troppo in fretta; che la vera ricchezza è amare, senza chiedere nulla in cambio; che essere madre e donna è insieme un compito arduo ed un dono meraviglioso; che anche se la vita a volte mette alla prova, la si deve sempre affrontare con il sorriso e con il coraggio di lottare. Cha la parola “fine” non esiste, perché si può sempre ricominciare.

Ed ecco che quello che sembrava il cammino anonimo di una persona qualunque, diventa il grande viaggio della vita, tutta da inventare, tutta da scoprire, tutta da vivere.

Proprio come il cammino di Gesù: non un cammino verso il calvario, ma verso la vittoria… “Alla spietata morte, allor dirò con gloria, dov’è la tua vittoria?dov’è, dimmi dov’è!”.