mercoledì 15 febbraio 2017

Claudio Capraro

Durante l’anno le occasione che mi vengono offerte per fermarmi ad adorare il Santissimo Sacramento sono tante e diverse. Forse preso dagli impegni quotidiani, sottovaluto e conseguentemente perdo la possibilità di partecipare a questi momenti di enorme importanza. Do per scontato che ci parteciperò la settimana successiva, oppure alla prima occasione utile. Sbaglio, è ovvio, perché le benedizioni, i vantaggi e tutto quello che di buono può derivare da una piccola parte del mio tempo passata davanti a Gesù Eucarestia, è tanto grande che se solo me ne rendessi conto non ci penserei un istante.


Un appuntamento al quale ho sempre cercato di essere presente è la solenne adorazione Eucaristica delle Quarantore. Già dai primi di gennaio sul calendario avevo segnato, in base agli impegni lavorativi, quella che poteva essere la fascia oraria per la quale mi sarei prenotato, ma era ancora un periodo lontano; in questi giorni invece, con l’avviso da parte del segretario che i turni di prenotazione sono aperti, immediatamente mi sono calato in questo appuntamento e davanti agli occhi mi si è materializzato il quadro che è attualmente appeso in segreteria che ritrae quattro confratelli genuflessi davanti al Santissimo.

Perché per questa adorazione sono più sollecito a partecipare rispetto a molte altre? Le risposte sono molteplici. La prima è che questa adorazione avviene in abito di rito. 

La cosa non è, ovviamente, importante per una migliore riuscita del pio esercizio che anche se svolto in abiti borghesi porta intatti tutti i suoi benefici; il motivo è nel desiderio sempre vivo durante tutto l’anno di indossare il nostro abito, desiderio che diventa quasi irrefrenabile quando siamo arrivati in questo periodo dell’anno e immagini, suoni e profumi della nostra settimana Santa hanno ormai preso pieno possesso delle nostre meningi e tutto ciò che durante il giorno ci accade scatena sinapsi che ci portano a pensare esclusivamente allo stesso argomento.

Altro motivo è che mentre siamo lì davanti a Gesù Eucarestia, fuori si stanno consumando le ultime ore del carnevale; si balla, si scherza, ci si maschera, qualcuno dice che è un metodo per esorcizzare i problemi e le paure quotidiane. Magari sarà così, ma vi assicuro che affrontare paure, problemi e affanni davanti a Lui, offrendo le nostre sofferenze, parlandoci e aprendo il cuore all’ascolto, è un sistema estremamente più efficace.


L’adorazione si fa in gruppo, organizzandosi o meno con gli amici di sempre, con la squadra che è già formata per la domenica delle Palme oppure che è ancora in via di definizione. E’ un modo per intensificare, ancora di più, quei legami che potranno concretizzarsi in un abbraccio quella domenica sera, che potranno rafforzarsi una volta caricato il peso delle sdanghe sulle spalle, che potranno saldarsi per sempre una volta poggiate quelle stesse sdanghe sui cavalletti il sabato mattina.


Prima di tutto questo, prima del triduo, della domenica delle Palme, delle cinque domeniche di Quaresima, ritengo sia però fondamentale prepararsi in maniera seria. Avvicinandosi al Sacramento della Riconciliazione e successivamente a quello della Comunione, partecipando all’Adorazione Eucaristica con il cuore aperto e disponibile all’accoglienza, prendendo sul proprio capo le ceneri il mercoledì successivo.