mercoledì 18 marzo 2015

Luciachiara Palumbo

"C'erano là anche molte donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. Venuta la sera, giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il Corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato".


Non abbiamo molte notizie storiche su di essa. Sappiamo che nel corso del tempo la croce è stata cambiata e che ha assunto il colore attuale nel 1978, anno in cui vennero anche sostituite le iscrizioni poste alla sommità sia della Sindone che del Crocifisso e della Croce dei Misteri.

Esse erano costituite dalla sola scritta in latino INRI. Nel 2013 il confratello Alessandro Liuzzi ha donato alla congrega tre nuove iscrizioni che riprendevano le antiche e originarie con le tre lingue: greco, ebraico e latino.

Sono conservate in segreteria e appositamente adagiate sulle tre croci per la Processione dei Misteri. Ad un primo sguardo questa appare la statua più semplice, la statua con meno valore e con meno importanza eppure c'è chi la vuole portare. Allora sorge spontanea la domanda: perché? Dobbiamo tornare di nuovo su quel monte allora… Dopo aver visto quella morte orrenda, dopo aver temuto per quella reazione così forte della stessa natura, dobbiamo entrare in quella sensazione di sconforto e al tempo stesso di solitudine. 

Non più siamo spettatori su quella roccia, ora più che mai ci sembra di essere dietro la Mamma pronti a sorreggerla nel caso cada all'indietro. Ebbene un terremoto e una forte folata di vento ci scombussola, gli occhi volti verso la croce per paura che cada e con essa anche Lui lì appeso… Ma poi… poi il silenzio muove i nostri passi e quelli di Maria che avanza verso il legno e con le lacrime asciuga i piedi insanguinati di Gesù. 

Le guardie la spostano e, presa una scala, staccano quel corpo per scenderlo lentamente. Mamma ha preparato un panno bianco e lo accarezza ricordando forse quando uno molto simile aveva stretto il corpicino del suo amore in una gelida mangiatoia.

 Le adagiano il figlio tra le braccia e lei si piega sulle ginocchia non solo per il peso ma per il dolore così forte, così forte che per un attimo dalle guance pallide sembra di capire che lo spirito stia uscendo anche da Lei… Lo guarda con quel sentimento immutato nel corso del tempo e lo stringe sicura così di riscaldarlo ancora una volta ma poi glielo portano via di nuovo…

... E questa volta per sempre. Cosa ne resta dunque di quel tempio privato di anima? Un panno candido con i segni visibili della sofferenza umana oscilla su una croce vuota… Un vuoto purtroppo colmato ancora oggi da chi per amore di Cristo offre la sua vita