Gabriele Campa
Orgoglio di chi non si arrende a chi vuole dimenticare le Tradizioni, icona di chi cerca, per un attimo, di tralasciare l’aspetto consumistico che poco si addice al vero significato di questa festività.
Prima testimonianza di Amore, primo esempio di Umiltà: il Re dell’Universo nasce in una stalla, per combattere il freddo ci sono solo un bue ed un asino. E’ da subito vicino agli “ultimi”, a chi soffre, a chi sembra dimenticato da tutti ma, in realtà, ha un Padre al proprio fianco che lo protegge dall’alto. Gesù, appena nato, insegna che la ricchezza d’animo vale molto più delle ricchezze materiali.
Se oggi possiamo parlare e scrivere su questa meravigliosa usanza, lo dobbiamo a S. Francesco d’Assisi che nel 1223 ebbe l’idea di allestire a Greccio la prima rappresentazione della Natività, ispirato dal suo viaggio in Palestina compiuto tre anni prima. A riportare fedelmente quanto realizzato dal santo umbro ci ha pensato Tommaso da Celano:
«Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme».
Come ogni anno il Presepe è arrivato puntuale, nel periodo di Avvento, anche nella nostra Chiesa: a regalarlo a tutta la comunità quest’anno è stata la nostra Arciconfraternita grazie all’instancabile lavoro dell’Economo Fernando Conte unitamente al suo vice Mattia Casciano e ai suoi collaboratori Francesco Pignataro, Vittorio Montervino e soprattutto Giannantonio Castellano, maestro in materia, che ha fornito le sue competenze insieme al materiale ed ai personaggi.
Se oggi possiamo parlare e scrivere su questa meravigliosa usanza, lo dobbiamo a S. Francesco d’Assisi che nel 1223 ebbe l’idea di allestire a Greccio la prima rappresentazione della Natività, ispirato dal suo viaggio in Palestina compiuto tre anni prima. A riportare fedelmente quanto realizzato dal santo umbro ci ha pensato Tommaso da Celano:
«Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme».
Come ogni anno il Presepe è arrivato puntuale, nel periodo di Avvento, anche nella nostra Chiesa: a regalarlo a tutta la comunità quest’anno è stata la nostra Arciconfraternita grazie all’instancabile lavoro dell’Economo Fernando Conte unitamente al suo vice Mattia Casciano e ai suoi collaboratori Francesco Pignataro, Vittorio Montervino e soprattutto Giannantonio Castellano, maestro in materia, che ha fornito le sue competenze insieme al materiale ed ai personaggi.
Dopo alcuni giorni, ma soprattutto notti, passati ad allestire è venuto fuori un vero e proprio capolavoro capace di attrarre l’attenzione di chiunque entri in chiesa.
L’elemento caratterizzante di questo Presepe è dato sicuramente dai personaggi che prendono vita: si potrà apprezzare un fabbro che batte il ferro, una massaia intenta nel lavaggio del bucato, un pescatore che cattura la sua preda all’amo, chicche che donano ancor più realismo e soddisfano anche gli amanti dei minimi particolari.