Luciachiara ci apre le porte di casa sua, ci fa entrare nelle tradizioni della sua famiglia e ci racconta della festa di Santa Lucia..e forse anche del perchè del suo nome..buona lettura!
S.P.
Mi raccontano che il 13 Dicembre a casa di mia nonna Lucia si organizzava una grande festa. Il mio bisnonno, questore siciliano, amava molto la Santa protettrice della vista ed ogni anno invitava la figlia a cucinare prelibatezze del territorio.
In questo modo anche mia madre è cresciuta in quel clima natalizio che vedeva mia nonna sin dalle prime ore del mattino in cucina a preparare cannuoli, cassate e panelle.
Quando poi arrivava la sera un enorme tavolo ricco di cibo gustoso ed adornato con decorazioni del periodo illuminava la stanza da pranzo, radunando intorno a sé i quattro figli del mio bisnonno e le loro famiglie molto estese.
La tradizione non si è mai persa col passare degli anni. La mia mamma un bel giorno ha preso le redini della nonna e ha perpetuato l’usanza dandomi nome Lucia.
La tradizione non si è mai persa col passare degli anni. La mia mamma un bel giorno ha preso le redini della nonna e ha perpetuato l’usanza dandomi nome Lucia.
Allora è facile immaginare una piccola bambina con i fiocchetti in testa ed un vestitino sempre nuovo che scorrazzava tra le gambe delle zie e ballava a ritmo di Jingle Bells. La festa di Santa Lucia apriva anzi spalancava le porte del Natale a casa mia e da quel giorno i saloni di casa mia erano sempre affollati di parenti ed amici, di risate e di chiacchiere amichevoli.
Poi si cresce e le esigenze mutano. Non mi entusiasmava più festeggiare con alcuni parenti che vedevo in poche occasioni nel corso di un anno né tantomeno con amici che mostravano sempre meno interesse nel festeggiarmi.
Per un anno allora ho interrotto la tradizione dando un enorme dolore a mia madre che negli occhi ancora aveva quel sapore antico e sempre nuovo di famiglia riunita. L’anno scorso sono andata via in quella giornata e ho provato a trascorrere in altro modo il mio onomastico.
Mi sono resa conto tuttavia non solo che mi mancava tutto ciò che sino ad allora avevamo organizzato ma che gli antichi valori che hanno sempre caratterizzato una famiglia non devono essere cancellati.
Per quest’anno allora casa Palumbo si apre di nuovo ed i miei genitori sono già in fermento per ordinare buffet e dolci. Non saremo più così tanti quanti erano nel 1960 ma è mio compito, come poi lo sarà dei miei figli portar avanti una tradizione che riempie di gioia il cuore di grandi e piccini.