venerdì 11 dicembre 2015

Claudio Capraro 

Capita, può capitare. Siamo umani e di conseguenza siamo fragili.
Può capitare che appesantiti dai problemi, dai pensieri, dagli avvenimenti tristi la nostra fede vacilli e che anche le nostre convinzioni più forti e profonde possano avere degli sbandamenti.
Ed è proprio in questi momenti di sbandamento e di fragilità che siamo più deboli e quindi più esposti al rischio. Al rischio di perdere i punti di riferimento, di perdere la Fede, di dimenticare di affidarci alla preghiera proprio quando questa è ancora più necessaria di quanto non lo sia giornalmente quando sembra che tutto vada per il verso giusto.
Quasi come a voler fare un dispetto a chi in quel momento riteniamo responsabile dei nostri problemi, dei nostri affanni, decidiamo di non partecipare ai momenti di vita comunitaria ed in particolar modo alla celebrazione eucaristica. Accusiamo nostro Signore di essere assente, distratto, lontano.

E’ il serpente che si insinua, il maligno che cerca di cambiare il nostro cuore, che cerca di sedurci. E trova terreno particolarmente fertile nei nostri momenti di difficoltà.
A me è capitato in questo fine settimana per una serie di vicende poco piacevoli di sentirmi a terra, di sentirmi sconfitto, di sentirmi inadatto a proteggere la mia famiglia, di sentirmi solo, abbandonato. Ed è capitato di chiedermi dove fosse il Signore, perché mi stesse accadendo tutto questo.
Ho dormito poco la notte, davvero poco e tra tanti pensieri brutti una immagine ad un certo punto della notte tra sabato e domenica mi è venuta in mente. Cercando di scacciare immagini negative ho provato a concentrarmi sugli impegni del mattino successivo, domenica 29 novembre. Quest’anno coincidenza tanto dell’inizio del periodo di Avvento, dell’attesa dell’incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo, nonché primo giorno della Novena alla Vergine Immacolata. E l’immagine che mi è venuta in mente è stata proprio la Sua, col suo bell’abito azzurro, con la testa coronata di stelle, e con quel serpente brutto schiacciato sotto il suo piede. Poco a poco il mio cuore ha cominciato a scaldarsi.
I problemi non li ho superati, anzi devo ancora capire come affrontarli, ma quella immagine mi ha confortato. Non sono ancora sereno, ma non devo permettere a quella serpe di insinuarsi, devo scacciarla e chiedendo l’aiuto della Vergine affinché interceda presso il suo Figlio che tra poche settimane nascerà in una grotta, devo riacquistare la fiducia, devo riposizionare il timone nella giusta direzione.

Stamattina sono corso da Lei, accompagnandola nel breve tragitto fino al Duomo, al suono delle pastorali. Sotto i suoi occhi ho partecipato all’Eucarestia, ho ascoltato le parole del Vangelo di Luca che parla proprio della necessità di non appesantire i cuori anche dagli affanni della vita, perché quel giorno è vicino e non ci piombi addosso all’improvviso.  

Mi sono riaffidato completamente a Lui e come dice il Salmo che mi è tanto caro: “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza”.