venerdì 14 febbraio 2014

Antonino Russo


La prima volta che ho fatto parte di un Servizio Liturgico avevo 12 anni: è stato durante la S. Messa vespertina della mia Parrocchia.

Celebrava Don Franco Costantini, in quegli anni Parroco della Concattedrale, poi divenuto Padre Spirituale della nostra Confraternita, al quale timidamente rivelai: "E' la prima volta che servo a Messa!". Mi rispose: "Mi raccomando allora, potrebbe essere anche l'ultima". Tornerò più tardi su questa frase... 
Nonostante l'emozione, la Celebrazione proseguì senza affanni.

L'emozione, trascorsi 25 anni, è la stessa quando indossato il nostro amato Abito di Rito, ho avuto la Grazia di partecipare alla Celebrazione Eucaristica da una prospettiva diversa, fisica e spirituale, nella nostra Chiesa del Carmine.
La nuova chiamata al Servizio Liturgico accolta senza esitazione, risale ad Ottobre 2012 dopo aver accettato l'invito dei Cerimonieri della Confraternita: i cari Sig. Fernando Conte e Antonio Quazzico.

Con precisione e attenta programmazione, i Cerimonieri contattano il gruppo di Confratelli che faranno parte del servizio liturgico della S. Messa vespertina del Sabato, Celebrazione che vede una più diretta presenza e partecipazione della nostra Confraternita.
L'appuntamento è oltre un'ora prima dell'inizio della Funzione Liturgica nella Cappella della Madonna del Rosario. Vengono assegnati i ruoli: il Crocifero, gli Accoliti, il Turiferario, la Navicella.
Ferdinando e Antonio, ripercorrono i momenti salienti della Liturgia, illustrando i gesti carichi di significato che caratterizzeranno i movimenti del Celebrante e di Ministri sul presbiterio.
Siamo invitati ad esprimere un'intenzione durante la Preghiera dei Fedeli per il Consiglio di Amministrazione, per il Priore affinché la Madonna lo custodisca e lo Spirito Santo lo illumini nella guida della Confraternita.
Dopo aver baciato lo scapolare e dopo aver completato la vestizione con l'Abito di Rito, mettiamo mano alle candele, alla croce, al turibolo, alla navicella contente l'incenso, attendiamo l'arrivo del Celebrante.
Viene posto l'incenso nel turibolo, ci si dispone per la processione che apre la Celebrazione. 
Il Sacerdote ci esorta: "Procedamus in pace" e prontamente rispondiamo "in nomine Christi, amen!"

Quale grazia è la Messa, quale dono è vivere l'Eucarestia prestando il Servizio Liturgico ammirando i paramenti, il Calice e la Patena che dopo la Consacrazione ospiteranno il Sangue e il Corpo di nostro Signore, respirare il forte profumo dell'incenso che sale come una Preghiera.
Per accogliere il Sacrificio di Gesù, come diceva San Francesco, è opportuno che ci sia un decoro e una ricchezza in tutto ciò che farà parte della S. Messa.
L'amore per la Liturgia traspare anche in ogni parola, in ogni gesto del nostro Padre Spirituale. Conosco molto bene questa sua tensione alla perfezione liturgica (mi sia concessa l'espressione): ero nel Servizio Liturgico durante la S. Messa di ordinazione di un giovanissimo Don Marco.

Questo amore per la Liturgia è il fattore comune che lega tutti coloro che collaborano affinché la celebrazione sia degna del Sacrificio Eucaristico che si sta per compiere.
Penso al lavoro silenzioso e prezioso del sig. Michele o all'importanza del coro e dell'organista: un solo corpo e un solo Spirito con l'assemblea.
Terminata la S. Messa, si rientra in processione nella Cappella della Madonna del Rosario e ci si congeda con un "Prosit!". Mentre deponiamo lo Scapolare è già tempo di bilanci: si riflette con, un sorriso che serve a sciogliere una sana tensione, su quale momento della Celebrazione poteva essere meglio vissuto o preparato.

Riprendendo l'affermazione "...potrebbe essere l'ultima Messa": mi piace pensare ad una frase letta in Sagrestia: "Celebra questa Messa come se fosse la prima, celebra questa Messa come se fosse l’ultima, celebra questa Messa come se fosse l’unica”.
Ecco il mio augurio per tutti noi: quello di vivere con il corretto raccoglimento e con spirito di gratitudine il grande dono della S. Messa nella Chiesa del Carmine come nelle Parrocchie di appartenenza.
Sforziamoci di tendere lo sguardo all'Eucarestia e chiediamo aiuto alla Madonna affinché ci consenta di apprezzare Gesù che diventa Pane spezzato per noi, Infinitamente Piccolo, dono di Vita eterna.