venerdì 17 ottobre 2014

Luciachiara Palumbo

"Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi"

Ecco il cemento delle nostre vite, ecco le mura della nostra fede. Tutto ruota, tutto gravita attorno al comandamento d'amore più bello di tutti i tempi.

Il Dio fatto uomo ci ama e la nostra risposta non è univoca, ma orientata verso due direzioni, il creatore ed il creato.

Ma per creato non si vuole intendere solo la splendente e rigogliosa natura che ci culla ma quell'umanità, quella comunità di persone in cui noi ogni giorno agiamo, a cui ogni giorno lasciamo un segno della nostra importante presenza.

L'uomo è tale se si apre al tu per generare il noi. La nostra vera nascita, la scoperta della nostra unica personalità avviene quando "l'altro" penetra nella nostra vita, quando ci completa facendosi spazio tra i nostri limiti.

E' l'essere umano di per se che accoglie e serba nel proprio animo l'esigenza di un cammino e di una crescita comunitaria. Non per altro oggi la paura più grande è proprio la solitudine, è proprio non poter dire "noi" ma accontentarsi di un semplice "io". 

L'individualismo dilaga, muta in egoismo e non si riesce più ad individuare nel volto di chi ci sta accanto il nostro stesso volto, il volto di un uomo come noi. Gandhi diceva "Io e te siamo una cosa sola, non posso farti del male senza ferirmi".

Nell'umanità appare esserci una relazione intricata, un comune fondamento che serve da collante nella costruzione dei rapporti. Questa misteriosa causa viene costantemente cercata. Lo stesso Aristotele affermava che l'uomo è un animale politico, l'uomo necessità della collettività per emergere, per guardare alla propria vita come un dono immenso per se e per gli altri. Ed allora che senso ha essere credenti e non praticanti?

Credere in Cristo e non nella Chiesa? La Chiesa è ognuno di noi, la Chiesa siamo noi che crediamo in Lui. Qual è il suo cemento? Semplice, la voglia di amare. L'amore cristiano non è un dovere. Esso scaturisce da un regalo immensamente immeritato che Dio ci concede ogni giorno quando spalancando gli occhi diamo il via alle nostre giornate.

 In Cristo vissuto nella Chiesa l'amore si realizza e si concretizza, non è fatto di parole ma di gesti. Abbracciamo l'altro, stringiamolo a noi, solleviamolo quando cade, aiutiamolo quando è debole, sorridiamo con lui quando è felice, piangiamo con lui quando è triste e amiamolo come Lui ha amato noi…