venerdì 2 maggio 2014


Giovanni Schinaia
Dall'Oratorio Quaresimale - Chiesa del Carmine 12/4/2014


Abbiamo iniziato questo cammino quaresimale, solo pochi giorni dopo il mercoledì delle ceneri, con la solenne liturgia stazionale. Abbiamo portato nelle strade del nostro Borgo questo maestoso Crocifisso;  non elevato, come quel Venerdì Santo sul Calvario, ma piegato, come a chinarsi sulle povertà, sulle piccolezze, sui limiti, sulle mancanze, sulle debolezze di ognuno di noi. Ci siamo  rappresentati come chiesa in cammino. 

E ora, eccoci qui, giunti alla conclusione di quel cammino quaresimale iniziato allora. Ancora una volta, alla vigilia della Settimana Santa, siamo ai piedi dell’icona della Croce, l’icona della nostra salvezza, il divisorio del tempo, l’asse della storia. Ai piedi dell’uomo Crocifisso non siamo soli; c’è la Madre. È la Mamma che Dio stesso ha scelto per il suo Figlio, la Mamma che ha detto di si all’Angelo, la mamma nel cui grembo, primo Tabernacolo della Chiesa, si è incarnato il Salvatore, la mamma che ne ha accompagnato e guidato i primi passi, che lo ha educato nella retta pietas, la mamma che ha dovuto accogliere le terribili parole del profeta Simeone, la mamma che si è fatta discepola, la mamma che, pur nel pianto, non ha perso la speranza ai piedi di quella Croce. La mamma, infine, che Cristo stesso, in punto di morte, ha scelto per noi. È la mamma che i nostri maiores vollero raffigurata in questa splendida immagine mentre, in lacrime, fa dono ai suoi figli, del suo immacolato cuore trafitto. A Taranto l’Addolorata non porta più il cuore in petto, ma in mano – sono le parole che lo scorso anno alla processione dei Misteri, ci ha rivolto il nostro Arcivescovo, mons. Santoro – porta in cuore in mano per donarlo a ognuno di noi, suoi figli, ad ogni nazzicata. 

Con l’aiuto della musica e della poesia, ripercorriamo questa sera il cammino della Passione che ci salva. Fra due invocazioni, all’inizio il saluto angelico – Ave Maria – e al termine il grido di giubilo – Laetare alleluja! –. E in mezzo contempliamo il mistero della Passione, facendo risuonare, insieme all’apostrofe a Gerusalemme, la nostra supplica più e più volte, rivolti al Figlio e rivolti alla Madre: ἐλέησον ὦ φὶλε ὦ Κύριε, ἐλέησον ὦ μεγὰλη ὦ Μῆτερ

Pietà, pietà di noi Signore nostro, pietà di noi o grande Mamma