giovedì 15 maggio 2014

Antonello Battista
Dall'Oratorio Quaresimale del 12 aprile 2014



Commento al "Jerusaleme surge" di Vittadini

Sorgi Gerusalemme e spogliati delle vesti della gioia;
rivestiti di cenere e cilicio; 
perché in te è stato ucciso il salvatore di israele


Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme
Gerusalemme, la città del popolo “dalla dura cervice”, non si cura del dolore della madre e non si rende conto delle sofferenze atroci del figlio, che in silenzio si è caricato la croce per la nostra salvezza e ha addossato su di sé i mali del mondo come vittima sacrificale per nostri peccati.

Gerusalemme, città superba, siamo noi popolo di Dio, stirpe eletta; e non ci accorgiamo di quanta sofferenza procuriamo a Cristo e alla Vergine ogni qual volta coi nostri peccati, facciamo ricadere di nuovo sulle spalle di Nostro Signore quel rigido legno della croce.

“Gerusalemme…. rivestiti di cenere e cilicio, perché in te è stato ucciso il salvatore di Israele” recita il testo del prossimo canto. La cenere, simbolo ancestrale della contrizione e del ritorno alla fredda terra, rammenta all’Uomo la sua natura mortale e deve essere per noi simbolo di un cambiamento interiore e di conversione. La superbia della nostra natura, fonte del nostro peccato, deve tramutarsi in carità e amore, per non scaraventare più, impassibili, ancora una volta addosso al Cristo, il peso della croce.

Gerusalemme, città santa, che solo pochi giorni prima avevi accolto festante Gesù come Re e Salvatore, ora sei indifferente dinnanzi alle sue sofferenze, anzi sei tu che lo hai mandato a morte, gridando: “crocifiggilo!”. E noi, popolo di Dio, eredi della Gerusalemme celeste, mandiamo a morte Nostro Signore tutte le volte che col nostro atteggiamento, ci diciamo Cristiani e spesso ce ne vantiamo proclamando la regalità del Cristo coi gesti, ma col cuore, vinti inesorabilmente dalla superbia, offendiamo, umiliamo e calpestiamo la dignità del nostro fratello, nel quale, persino nel più piccolo, dovremmo scorgere lo sguardo misericordioso di Gesù.

Gerusalemme, città di Dio, città del popolo santo - convertiti e credi al Vangelo! - unica via di redenzione e di vita eterna. Rialzati e guarda con pentimento lo sguardo dolente di Maria, Vergine e Madre, madre del mondo, madre dell’umanità, che accoglie le preghiere dei suoi figli, quei figli che han messo a morte il suo bene più prezioso.

Gerusalemme, città indolente, tu sei quell’ umanità che Lei non ha mai smesso di amare, anche quando sotto la croce, versava le lacrime più amare e disperate.