martedì 27 ottobre 2015

Il Confratello Antonello Stenta, del quale mi pregio di essere amico legato da ricordi indelebili relativi alle numerose settimane sante e momenti confraternali e conviviali, ha donato, quest'anno, il nuovo labaro alla nostra Arciconfraternita, chi meglio di lui poteva descriverci tecnicamente ed emozionalmente questo "storico" avvenimento per il nostro Sodalizio. 
S.P.

Antonello Stenta 

Il labaro è un oggetto antichissimo, gia’ nel 317-320 abbiamo testimonianze certe della sua esistenza, ne danno conferma sia l’archeologia che la numismatica.

Lo troviamo nella battaglia di Costantino a Saxa Rubra sormontato dal “Chrismòn” o, chiamato “Vexillum”, in testa alle Milizie romane, con la caratteristica insegna delle Legioni fin dall’epoca repubblicana.

Si tratta di un’asta lunga e una traversa da dove pende una stoffa, in gran parte dei casi rettangolare, che riporta un logo, una frase, un motto, un nome caratteristico e identitario che precede una parata, un corteo e, nel nostro caso, una processione…in cima è posto un simbolo di appartenenza.

Chi segue un labaro che sfila accetta e si riconosce nei suoi simboli.

Quando l’amico e confratello Salvatore Pace mi ha telefonato per scrivere a favore di “Nazzecanne Nazzecanne” un articolo sul nuovo labaro della nostra Congrega (sic) non ho titubato e ho accettato…è noto a tutti che il nuovo labaro è stato realizzato in memoria del nostro confratello Peppe Albano, così quando mi incontrai con il Priore, Cav. Antonello Papalia, buttammo giù un progetto per poterlo realizzare.

La prima cosa che mi venne in mente fu la dimensione…il tessuto di “moelle in seta”…il logo del nostro Sodalizio ricamato e non dipinto…le frangie, la passamaneria e il filato tutto in oro del tipo cannuttiglia e infine doveva essere sormontato ,non semplicemente dalla Croce o dal monogramma Mariano, bensì da un manufatto unico e prezioso che avrebbe per sempre garantito unicità al nostro labaro.

Le caratteristiche da me richieste furono accettate sia dal Priore che dal nostro padre spirituale Mons. Marco Gerardo…questi ultimi, non solo accettarono, ma furono pronti a rilanciare una proposta che lo avrebbe reso davvero unico e speciale.

La proposta fu di ricamare, con filato in argento, dei segni distintivi della Passione di Nostro Signore e,così, sotto le indicazioni del Priore, fu progettato il ricamo della tabella “INRI” nella parte superiore, della corona di spine e dei tre chiodi nella parte inferiore.

Mancava definire il puntale così mi rivolsi a quel nostro confratello dalle mani preziose che è Alessandro Carucci…commissionando a lui il lavoro ero certo che ci avrebbe messo non solo competenza e maestria ma anche e soprattutto amore…così chiesi ad Alessandro di pensare a un puntale che doveva avere queste caratteristiche : realizzato in ottone con bagno galvanico a spessore oro 24 Kt., raffigurante la Croce in cima al globo che rappresenta il mondo, la stella del Carmelo e infine il Santo Scapolare, il tutto smontabile e da poter custodire a vista nelle vetrine di quello che oggi è diventato non solo l’Ufficio del Priore ma il Museo della nostra Congrega (sic).

Una volta definito il tutto, diedi il via a questo lavoro da me commissionato e donato alla nostra amatissima Congrega (sic), a voi Confratelli e Consorelle ma soprattutto in memoria del mio amico e fratello Peppe Albano.

Sono certo che Peppe, da lassù, sia soddisfatto di questo lavoro, per quanto mi riguarda mi commuove il pensare che tra trenta, cinquanta o cento e cento anni ancora il nome di Peppe Albano svetterà insieme al nome della nostra Titolare in testa alle nostre processioni…così sarà tramandato ai posteri un’antica amicizia e una profonda devozione nate grazie al Santo Scapolare e testimoniata da quel nostro labaro.

A Peppe Albano, fratello mio.


ph. Maria Zito per Portodimareter