martedì 4 novembre 2014




La Confraternita ha ricordato anche quest’anno i propri defunti, con le celebrazioni presso le cappelle gentilizie al Cimitero San Brunone.

Il Padre Spirituale, mons. Marco Gerardo, ha celebrato la Santa Messa presso la cappella Monumentale e presso la cappella nuova. A entrambe le celebrazioni ha presenziato il Priore con altri componenti del Consiglio, oltre a due Confratelli in abito di rito, con il Labaro del Sodalizio. Moltissime le particole distribuite al momento della comunione agli altrettanti fedeli presenti, non solo parenti delle Consorelle e dei Confratelli tumulati nelle cappelle, ma anche tanti passanti che, soprattutto nella cappella Monumentale, hanno voluto fermarsi per la Messa: nella nostra Chiesa come al Cimitero, come in strada in occasione delle nostre processioni, le celebrazioni e le iniziative di culto della Confraternita rappresentano sempre un momento di missionarietà, rivolto non solo ad intra, agli iscritti e alle loro famiglie, ma anche e soprattutto ad extra, al popolo di Dio, agli “estranei”, ai curiosi, ai lontani.

Fra il termine della prima Messa e l’inizio della seconda, si è svolto l’ormai tradizionale pellegrinaggio alle sepolture dei Priori defunti. Iniziato dall’allora Priore Franco Zito, il “giro dei Priori” è divenuto ormai una consuetudine che ci rinsalda col nostro passato e ci conferma nella nostra identità cristiana e confraternale. Nell’omaggio ai Priori del passato, abbracciamo idealmente tutti i Confratelli e le Consorelle che ci hanno preceduto, tutti coloro che prima di noi hanno devotamente indossato il nostro abito e hanno zelato e perpetrato il culto alla Vergine sotto il titolo del Carmelo, tutti gli incappucciati scalzi che per oltre 300 anni hanno visitato e adorato il SS.mo Sacramento nei “Sepolcri” della nostra città, e che per 250 anni hanno retto sulle spalle, la notte del Venerdì Santo, i simboli e le immagini della Passione, tutte le donne, madri, figlie, sorelle, nonne che nel silenzio del focolare domestico, generazione dopo generazione, hanno santamente educato i più piccoli ai buoni valori cristiani, alla pietas, quella autentica, che ha resistito alle mode e alle tentazioni del tempo, quella pietas che per noi, e per tanti prima di noi, ha trovato espressione adulta nella libera scelta di appartenere a questa Confraternita, quella pietas che ha scavalcato i secoli per riproporre, in tutta la freschezza della sua novità, il messaggio cristiano, la bellezza della fede, la speranza che vince la morte. In definitiva – e dovremmo tenerlo ben a mente – per i cristiani, la commemorazione del 2 novembre non è altro che la celebrazione della vita.

La prima tappa del pellegrinaggio – una novità da quest’anno – è stata la cappella gentilizia della Confraternita dell’Addolorata: un omaggio floreale e un breve momento di raccoglimento e preghiera per i defunti di quella realtà confraternale alla quale, per evidenti ragioni storiche e antropologiche, per la comune identità mariana e per la comune devozione alla Passione del Signore, ci legano vincoli più stretti e, quindi, più impegnativi per tutti. Il giro è quindi proseguito rendendo omaggio alle sepolture dei Priori Cosimo Solito, Pietro Bianchi Caramia, Angelo Caminiti, Pietro Piangiolino e infine Nicola Caputo, tumulato nella nostra cappella nuova.