giovedì 13 novembre 2014

Antonino Russo

Il culto per la Vergine ha fatto nascere Basiliche, Cattedrali, o semplici chiese anche nella nostra Taranto della quale la Madonna è copatrona avendo salvato la città dal terremoto del 7 dicembre 1710.

La Concattedrale di Taranto è dedicata alla Gran Madre di Dio. Posizionata in un punto strategico della città per intuizione dell’Arcivescovo Motolese, è un’opera che si ama o si disprezza ma che non passa certo inosservata.

Il progetto fu quindi commissionato da Mons. Motolese, Arcivescovo di Taranto, all’architetto e designer Gio Ponti: fu l’ultima opera di questo artista che tanto ha dato al nostro Paese.

La prima pietra fu posta nel 1970 come ricorda l’iscrizione posta nella cappella del Fonte Battesimale.


La forma di questa chiesa ricorda una nave con una immensa vela alta 53 metri la cui simbologia richiama il legame di Taranto al mare ma amo pensare che rappresenti anche la Chiesa, mezzo che conduce a Cristo, che sovrasta il mare inteso nel suo significato biblico, cioè il “male”.

La vela presenta delle aperture realizzate, come dice Gio Ponti stesso, affinché possano sostare gli Angeli.

Davanti al sagrato, tre enormi vasche d’acqua che riflettono la facciata come uno specchio. L’acqua sgorga dal tempio anche come simbolo che purifica e benedice la città.

Nella chiesa inferiore, nella cappella del SS. Sacramento, c’è la cripta con la tomba di Mons. Motolese.

Entrando nella chiesa superiore che ospita oltre 3000 persone, colpisce l’essenzialità dei colori e l’assenza di immagini sacre. Le pareti sono di intonaco bianco e ruvide come le case pugliesi mentre l’altare è in pietra e ferro verde come i pavimenti che richiamano i fondali marini.

Sull’abside, sopra il Crocifisso, c’è un affresco realizzato dallo stesso Gio Ponti che raffigura l’annunciazione: è una immagine meravigliosa quella dell’arcangelo e della Madonna che ne nasconde un’altra, ovvero la SS. Trinità.

Analizzando l’immagine si nota infatti che la Vergine è avvolta da un manto blu e rosso – con il quale spesso è raffigurato Cristo, vero Dio e vero uomo, nella iconografia orientale – sorretto da due mani, quelle di Dio Padre. La Madonna si copre con il manto il suo ventre che per opera dello Spirito Santo, raffigurato con una colomba sul capo della Vergine, ospiterà Gesù.

“Ne timeas Maria” “Ecce ancilla Domini”. Un dialogo meraviglioso, uno dei passi fondamentali per la nostra salvezza.

Provate ad entrare nella chiesa superiore al tramonto: è in quel momento che la luce del sole ne valorizza maggiormente i colori consentendo di entrare in un maggiore clima di preghiera e comunione con Dio.

“L’architettura religiosa non è questione di architettura ma di religione” – Gio Ponti