giovedì 9 aprile 2015

Nicola Carpignano

Anche questa Settimana Santa è giunta al termine, per noi confratelli quest'anno in particolare rimarrà a vita nei nostri cuori e sarà un ricordo indelebile perchè è coinciso con i 250 anni dalla donazione della famiglia Calò delle Statue dell'Addolorata e di Gesù Morto ed il ritorno della processione a Taranto Vecchia, l’ultima volta nel borgo antico risale ormai a più di 47 anni fa.

Con i nostri sacrifici abbiamo reso possibile tutto ciò, anche io nel mio piccolo in futuro potro' dire IO C'ERO, si perchè ho avuto la fortuna di aggiudicarmi una posta in processione davanti al Crocifisso, con la speranza che un giorno possa sorreggere quelle sdanghe sulle mie spalle.

Sono molto legato a quel simbolo e solo chi ha vissuto come me quel momento può capirmi. E' stata una lunga e faticosa notte, ma allo stesso tempo piena di emozioni. Mi trovo quasi davanti al portone all'uscita, mi calano il cappuccio ed esco. Quest'anno al mio fianco c'era mio cugino alla sua prima processione, molto più che emozionato! Dai piccoli buchi del cappuccio guardavo la gente che ci osservava, i tanti fotografi che volevano catturare ogni nostro particolare, l'arrivo sul ponte girevole è lì all'improvviso cala il silenzio fino ad arrivare in via Garibaldi, il calore della gente, le mani delle persone anziane che toccavano il Crocifisso.

L’ arrivo sulla scalinata, mentre salivo giratomi vedo oltre al Crocifisso salire la Sindone, sembrava davvero una piccola Gerusalemme, ero davvero emozionato e continuavo a ringraziare Gesù per tutto questo privilegio che mi aveva concesso. A fine processione mentre parlavo con il mio fraterno amico Antonello, mi diceva che un signore su un balcone della scalinata della Via Nuova urlava: “GRAZIE PRIORE!” il mio personalissimo grazie va a lui e a tutto il Consiglio d’Amministrazione perchè loro mi hanno permesso di scrivere la storia di Taranto.

 L'ingresso in San Cataldo ed il prosieguo fino al rientro è stato ricco di emozioni e di lacrime. Non lo nego ma mentre scrivo continuo ad avere gli occhi lucidi perchè quella notte e quei momenti sono ancora impressi nella mia mente.

Questa è la seconda volta che ho la possibilità di partecipare e sarà tatuata a vita nel cuore. Sotto quel cappuccio vedo diversi volti che si emozionano, i bambini che vogliono toccarti la mano, gente che prega davanti alla statua. 

Queste sono le mie parole più sincere e scritte così di getto, non riesco in realtà ad esprimerle appieno perché l’Anima Incappucciata vive solo di emozioni quelle che nel cuore lasciano un segno indelebile.