giovedì 27 marzo 2014


Salvatore Pace

Come ogni anno, in una particolare domenica di Quaresima, la terza, ho trovato posto sull'Altare Maggiore per seguire la Via Crucis insieme ad altri confratelli contattati dal solerte segretario Francesco Tamburrini.
E' tradizione oramai.., infatti, sul calendario che abbiamo in ufficio, dedicato alla  programmazione dei turni mensili, da qualche anno la terza domenica di Quaresima mi "segno" libero, mi ritaglio quel giorno per seguire meglio delle altre volte, in modo più partecipe e vicino a Lui, la Sua Via Crucis.
Si perché, lontano dalle umane distrazioni, sull'Altare, sotto gli occhi della Chiesa gremita che non permette la possibilità di estraniarsi dalle meditazioni e dai canti struggenti, si comunica perfettamente con Gesù e con la Sua Mamma Addolorata, immedesimandosi appieno in quello che fu il loro Calvario. 
Come non commuoversi quando il magnifico coro intona  i canti più struggenti, come non emozionarsi nelle 14 genuflessioni guardando il maestoso Crocifisso, come non farsi cullare dalle note e dalle voci nel canto alla "Desolata"?
E dall'Altare che si può osservare quanto i fedeli siano rapiti e concentrati nel Rito, quanto i miei fratelli che compongono la terna siano composti nel loro Decoro, quanto anche lo squillo di un cellulare, imprudentemente lasciato acceso sia come un tuono nel silenzio di alcuni momenti di preghiera.
Ma di questa esperienza, che ho la fortuna di fare da qualche anno a questa parte, mi piace condividere con voi in queste due righe un particolare, coincidenza vuole che da tre anni abbia affianco uno dei Confratelli anziani del nostro sodalizio, non se ne vorrà a male se cito il suo nome, Franco Pignatelli, storico portatore di Gesù Morto, colonna dei nostri Riti appartenente ad una famiglia che i nostri Riti, appunto, insieme a qualche altra, ha contribuito a perpetuare. 

La partecipazione, la compostezza, il decoro e la commozione con le quali Franco segue l'intero svolgersi delle Via Crucis è da esempio per i Confratelli più giovani, come me per esempio, le note che ricordano il "suo" Gesù Morto o l'Addolorata immobile ai suoi piedi,  accompagnate dalla sua tangibile emozione, le meditazioni seguite senza un attimo di disattenzione e con una comunione assoluta nel Rito mi fanno pensare che fino a quando, all'interno della chiesa e durante le nostre funzioni, avremo Confratelli così attaccati alle nostre cose per mezzo di una forte passione,  il dono della famiglia Calò al nostro sodalizio sarà sempre meritato. 
Terminata la Via Crucis, infine, arriva l'Adorazione alla Croce, fatta con il compagno di sempre, sulle note di una marcia struggente e che mi riporta alla realtà della Settimana Santa imminente, alle "nazzicate", alle squadre da organizzare o già organizzate, ai compagni di posta e, con un briciolo di nostalgia, come tutto ciò che riguarda la "Sumana Sanda", do appuntamento alla mia "terza di quaresima" per il prossimo anno, quando, a Dio piacendo, sarò pronto a provare sull'Altare giovani emozioni di un sempre più "anziano" confratello.