mercoledì 5 marzo 2014


Giacomo Blandamura

L'Eucarestia: generoso rimedio e alimento per i deboli

Domenica 2 Marzo si sono aperte alla Chiesa del Carmine,la nostra Chiesa madre, le Solenni Quarantore e con esse l'Anno Giubilare con il quale con Sua Santità Papa Francesco ha voluto omaggiare la nostra amata Congrega e l'intera comunità in occasione del 250° Anniversario della donazione delle statue di Gesù Morto e della Beata Vergine Addolorata da parte della famiglia Calò.

La Celebrazione Eucaristica celebrata Domenica da Sua Eccellenza Mons. Santoro, ha dato inizio a queste quaranta ore di adorazione del Santissimo Sacramento da parte dei Confratelli del Carmine e inaugurato questo Anno Santo Particolare iniziato proprio con Sua Eccellenza che ha bussato al portale della Chiesa del Carmine apertosi come una Porta Santa Basilicale.


Lunedì 3 Marzo ,sempre nella nostra "Casa" Mons. Marco Gerardo,parroco della stessa Chiesa del Carmine e Padre Spirituale della nostra Confraternita, in occasione della Celebrazione dei Vespri, ha promosso una meditazione dal titolo :"La Chiesa:una madre dal cuore aperto".

La chiesa era come sempre in queste occasioni gremita di fedeli, spinti dall'aria di solennità e intima preghiera che si vive in questi tre giorni di Adorazione Eucaristica nella Chiesa del Carmine. Quaranta ore disposte su tre giorni di esposizione di Nostro Signore Gesù Cristo Eucarestia, fulcro della nostra Fede Cattolica, in cui tutti i fedeli possono confrontarsi con se stessi e con la propria coscienza e pregare il Signore che per la nostra salvezza è morto sulla croce e per quaranta ore appunto ha riposato nel Sepolcro.

L'intima preghiera personale lascia però il posto all'incontro comunitario e alla preghiera collettiva durante la Celebrazione dei Vespri con la riflessione guidata dal Nostro Padre Spirituale.

Dopo aver recitato il Canto Eucaristico si è proseguito come sempre durante i Vespri con la salmodia e precisamente intonando il Salmo 109, 1-5. 7 e il Salmo 115 e il cantico "Le nozze dell'Agnello".

La Lettura della serata è stata invece la Prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi in cui San Paolo ci racconta come il Signore Gesù istituì il sacramento dell'Eucarestia "nella notte in cui veniva tradito", la sera del Giovedì Santo.

Proprio dalle parole iniziali di questa Lettura Mons. Gerardo ha voluto iniziare la sua omelia e la sua meditazione :" vi trasmetto ciò che ho ricevuto", formula che Mons. Gerardo ha spiegato essere tecnicamente una Formula della Tradizione Apostolica visto che in quel momento l'apostolo trasmette qualcosa senza la quale la fede non avrebbe senso; si smetterebbe di essere cristiani.

Don Marco ha fatto immediatamente notare come il riferimento non fosse riferito all'Eucarestia fine a se stessa ma vivere la memoria di Gesù come donazione della vita. L'Eucarestia è il punto di partenza da cui il fedele deve muoversi per donare se stesso agli altri; celebrare l'Eucarestia e vivere per se stessi non è altro che una contraddizione.

La riflessione del Padre Spirituale si è poi spostata sulle parole del Santo Padre che ha definito la Chiesa "una madre dal cuore aperto". Le porte della Chiesa devono essere sempre aperte,sempre spalancate al fedele che sente la mozione dello Spirito Santo e che purtroppo alle volte si trova dinanzi porte non chiuse ma addirittura serrate. Naturalmente le parole di Papa Francesco fanno riferimento si alle porte materiali ma innanzitutto alle porte del cuore.

Porte del cuore che per la Fede Cattolica significano "Porte dei Sacramenti" e tra essi il riferimento è mirato essenzialmente al Battesimo, la porta d'ingresso per eccellenza alla Nostra Fede, e all'Eucarestia che il Santo Padre ha definito ,con una frase straordinariamente carica di amore cristiano e dall'altissimo contenuto teologico, "generoso rimedio ed alimento per i deboli" e non un premio per i perfetti, aprendo una profonda riflessione dell'intera comunità sul tema dei Sacramenti e sul comportamento dei Sacerdoti come "Facilitatori della Grazia e non certo come Controllori della stessa, essendo la Chiesa la casa paterna dove c'è posto per ciascuno con la sua vita faticosa".

La riflessione sul tema dell'Eucarestia per i fedeli divorziati sarà una riflessione lunga e complicata e lo stesso Don Marco ha fatto presente come la soluzione non sia certo facilmente reperibile, né da un sacerdote, né da un laico ma ha fatto giustamente notare come la cosa più importante sia che il prossimo Sinodo affronti il problema e ne discuta, essendo proprio il dialogo la strada che la Chiesa deve seguire.

Parole quelle di Mons. Gerardo che si sono focalizzate prevalentemente sul "Non giudicare". Questo deve essere secondo il nostro Padre Spirituale lo spirito attraverso il quale la comunità parrocchiana del Carmine e la Confraternita devono cominciare questo Anno Santo; nessuno può permettersi di giudicare il fratello,di dire al prossimo "Tu non sei degno di Dio", citando le parole di Nostro Signore :" Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo?"; augurandosi che la Chiesa del Carmine sia durante questo anno come il Costato di Cristo,aperto e trafitto, affinché chiunque vi entri si senta amato dal Signore.

Le ultime battute dell'omelia hanno ripreso le parole di Papa Francesco, speranzoso che "la Chiesa esca per le strade e si sporchi per offrire Gesù Cristo",che non abbia paura di fallire ma al massimo si preoccupi dei "fratelli che vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell'amicizia con Gesù", che possa maggiormente temere di chiudersi nelle "abitudini che ci rendono tranquilli" piuttosto che il fallimento della missione non riuscita.

Mons. Gerardo ha infine voluto concludere supplicando Gesù che chi chiunque entri con la faccia sporca dei suoi peccati possa sentirsi amato nella Comunità e nella famiglia del Carmine, capendo che Nostro Signore Gesù ci ama sempre e comunque.

Credo di rappresentare la volontà di tutti noi, confratelli e consorelle del Carmine, nel momento in cui mi associo a questa supplica del nostro padre Spirituale e alle intenzioni di Papa Francesco per il futuro della Chiesa, affinché ogni fedele possa trovare sempre aperte le porte del cuore di Madre Chiesa, fiducioso del perdono di Nostro Signore che mai dimentica la croce portata da ciascuno dei suoi figli, dividendone con noi il peso e che da buon Padre è sempre pronto a riaccoglierci tra le sue braccia.