lunedì 16 novembre 2015


Antonino Russo

E’ domenica sera. Chiedo a Salvatore Pace se possiamo modificare al volo la programmazione del “Nazzécanne Nazzécanne”: rapido giro di contatti e Alessandro Della Queva ci viene in soccorso.
Sono tante le cose che vorrei dire. Tante le domande.
Ad esempio: come rassicurare un bambino dopo l’orrore di Parigi cha da venerdì sera è entrato nelle nostre case?
Come ritrovare se stessi dopo quello che sta accadendo? Potevo esserci io tra il pubblico del concerto rock degli EoDM, poteva esserci ognuno di noi, dei nostri cari, dei nostri amici al Bataclan o per le strade di Parigi. 
E’ questo forse che ci turba più dei recenti attentati ad opera di Boko Haram in Nigeria, in Kenya creando una inconsapevole classifica tra morti di serie A e morti di serie B? 
E’ questa vicinanza geografica e culturale che ci fa usare la trasparenza del tricolore francese sulla foto del nostro profilo sui social network diventando inconsapevoli autori del cinica ricerca di FB & Co?
Abbiamo paura. Hanno minacciato Roma ancora una volta. Eppure il Vangelo di oggi ci dice che tutto passa: le guerre, le calamità, i disastri, gli attentati e gli attentatori. Solo Gesù resta:
«Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli verranno sconvolte» ma non dobbiamo avere paura perché come ha detto oggi il Santo Padre durante l’Angelus «questi elementi non sono la cosa essenziale del messaggio. Il nucleo centrale attorno a cui ruota il discorso di Gesù è Lui stesso. Dobbiamo confidare in lui, il saldo fondamento della nostra vita, e a perseverare con gioia nel suo amore E’ accanto a noi: basta solo guardarlo e ci cambia il cuore». 
Non credo ci sia solo l’integralismo religioso dietro i fatti di Parigi: ci sono interessi economici enormi legati all’instabilità politico economica dell’area del medio oriente: petrolio, metano, armi. Quelle armi costruite anche in Europa.
Ecco perché condivido appieno le parole del Papa: «Usare il nome di Dio per uccidere è una bestemmia». Si uccide in nome del dio denaro.
Ho letto di tutto in queste ore. Dai politici che non hanno avuto neppure il pudore di attendere la conta dei morti prima di strumentalizzare la strage, ai tanti amici cristiani che hanno usato parole di odio. Io provo dolore e paura ma non consentirò loro di farmi provare odio. Papa Francesco ci diceva oggi:
«Tanta barbarie ci lascia sgomenti e ci si chiede come possa il cuore dell’uomo ideare e realizzare eventi così orribili, che hanno sconvolto non solo la Francia ma il mondo intero. Dinanzi a tali atti intollerabili, non si può non condannare l’inqualificabile affronto alla dignità della persona umana. Voglio riaffermare con vigore che la strada della violenza e dell’odio non risolve i problemi dell’umanità».

Ora è il momento della preghiera e del silenzio. Un pensiero va a Valeria, nostra connazionale e alla sua famiglia, un pensiero alle tante “Valeria” di cui non conosceremo mai sogni e ideali perché spazzati via dalla follia dell’uomo.