venerdì 13 novembre 2015

Mattia Giorno

Noi cattolici siamo soliti recitare preghiere senza conoscerne il vero significato nè la reale provenienza, lasciandoci affascinare dalle parole in esse contenute o ripetendole nel tempo per puro spirito di devozione religiosa.

Tra questa ve n'è una in particolare che, negli ultimi decenni, è stata protagonista di un'accesa diffusione, durante il pontificato di Paolo VI, ove molte emittenti radiofoniche ne trasmettevano la recita, alle ore 12 di tutte le domeniche come saluto ai fedeli in Piazza San Pietro, e sopratutto durante il regno di San Giovanni Paolo II, il quale la costituì momento di incontro con i fedeli provenienti da tutto il mondo, per le sue amichevoli e confidenziali "conversazioni".

Si tratta dell'Angelus, un testo latino molto antico, che racchiude in sè il senso dell'Annunciazione, dell'Incarnazione e della devozione mariana. La parola "Angelus" ci rimanda alla preghiera stessa, ispirandosi alle iniziali del testo che così recitano: "Angelus Domini nuntiavit Mariae". (comunemente tradotto con: "L'Angelo del Signore portò l'annuncio a Maria).

Questa preghiera, che probabilmente risale, seppur in forma diversa, al 1269, succede ad una serie di riti volti a commemorare il mistero dell'Incarnazione mediante l'invocazione della Vergine Maria.

Partendo per ordine, bisogna parlare dell'usanza di suonare le campane in ricordo della Vergine Maria. Tale abitudine si deve a Giovanni XXII, sulle scie del noto letterato fra Bonvesin de la Riva, che ordinò di farlo tutte le sere per ricordare ai romani di recitare tre Ave Maria, consuetudine che prese poi il nome di "Saluto dell'Angelo". Dalla sera si passo anche alla mattina, sino a quando nel 1456, Callisto III ordinò che fossero suonate anche a mezzogiorno, portando a tre volte nella stessa giornata la pia usanza del "Saluto". Così, nel corso degli anni, si è passati alla recita di quello che è per noi oggi l'"Angelus".

Ad Alessandro VI invece, quel Papa che molti ha fatto discutere, si deve la scrittura de l'Oremus, recitato ancora oggi al termine della preghiera stessa.

L'istituzione ufficiale dell'Angelus viene comunque attribuita, da Giovanni XXII, a Papa Urbano II. Interessante è inoltre sapere che re Luigi XI di Francia, nel 1472, ordinò a tutti i sudditi che la stessa venisse recitata tre volte al giorno, gettando le basi per quella che è poi diventata un'usanza comune in varie parti d'Europa, tramandata sino ai giorni nostri.

La preghiera viene sostituita, nel tempo pasquale, con il Regina Coeli ed entrambe, per disposizione dell'Enchiridion Indulgentiarum, prevedono un'indulgenza parziale ai fedeli che adempiono alla recita delle stesse all'alba, a mezzogiorno ed al tramonto. Viene inoltre seguita dalla recita di tre Gloria al Padre, un Angelo custode e l'Eterno riposo.

Anche la nostra chiesa del Carmine ci ricorda, ogni giorno, di dover adempiere a questa pia tradizione facendo puntualmente suonare le campane di Via D'Aquino e dimostrandoci come questo sia un rito che si è mantenuto nei secoli e che probabilmente non sarà dimenticato.

Il testo, se analizzato, ci avvicina molto al culto mariano, accendendo nell'animo dei fedeli il senso di devozione verso quelli che sono alcuni dei misteri fondanti della religione cattolica.

Ecco di seguito la versione latina:
V/. Angelus Domini nuntiavit Mariæ,
R/. Et concepit de Spiritu Sancto.
Ave, Maria, gratia plena, Dominus tecum: benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

V/. "Ecce Ancilla Domini."
R/. "Fiat mihi secundum Verbum tuum."
Ave, Maria...

V/. Et Verbum caro factum est.
R/. Et habitavit in nobis.
Ave, Maria...

V/. Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix.
R/. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus. Gratiam tuam quæsumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, angelo nuntiante, Christi Filii tui Incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.
e quella italiana:
V/. L'Angelo del Signore portò l'annunzio a Maria
R/. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

V/. "Eccomi, sono la serva del Signore."
R/. "Si compia in me la tua parola."
Ave, Maria...

V/. E il Verbo si fece carne.
R/. E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave, Maria...

V/. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R/. Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo. Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.