martedì 3 novembre 2015

Antonino Russo

La commemorazione dei fedeli defunti al 2 novembre ebbe origine net sec. X nel monastero benedettino di Cluny. Papa Benedetto XV, al tempo della prima guerra mondiale, giunse a concedere a ogni sacerdote la facoltà di celebrare «tre messe» in questo giorno.

“La liturgia cristiana dei funerali è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle esequie la Chiesa prega che i suoi figli, incorporati per il battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alla vita e, debitamente purificati nell’anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti”.

Il colore liturgico è il viola, colore non del lutto bensì della speranza: quella della Risurrezione in Cristo.

Il giorno dei defunti, i fedeli possono lucrare un’Indulgenza Plenaria applicabile solo alle anime del Purgatorio alle seguenti condizioni:
 
- Visita di una chiesa (tutte le chiese o oratori)
- Recita del Pater e del Credo
- Confessione (negli 8 giorni precedenti o successivi)
- Comunione
- Preghiera secondo le intenzioni del Papa (Pater, Ave e Gloria)


Nel ricordare i nostri cari defunti, l’unica che può asciugare le lacrime del nostro volto e del nostro cuore è la Maria Vergine, Madre dei dolori.


Ecco, di seguito, una meravigliosa riflessione di Don Tonino Bello sulla Madonna:

“Dopo la sepoltura di Gesù, a custodire la fede sulla terra non è rimasta che lei. Il vento del Golgota ha spento tutte le lampade, ma ha lasciato accesa la sua lucerna. Santa Maria donna del Sabato Santo estuario dolcissimo nel quale almeno per un giorno si è raccolta la fede di tutta la Chiesa, tu sei l'ultimo punto di contatto col cielo...guidaci per mano alle soglie della luce, di cui la Pasqua è la sorgente suprema. Ripetici che non c'è croce che non abbia le sue deposizioni, non c'è amarezza umana che non si stemperi in sorriso; non c'è peccato che non trovi redenzione; non c'è sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. Santa Maria donna del terzo giorno, strappaci dal volto il sudario della disperazione, e arrotola per sempre in un angolo, le bende del nostro peccato.

Santa Maria, donna dell’ultima ora, quando giungerà per noi la grande sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto a noi perché possiamo affrontare la notte. È un’esperienza che hai già fatto con Gesù, quando alla sua morte il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra. Questa esperienza, ripetila con noi. Piàntati sotto la nostra croce e sorvegliaci nell’ora delle tenebre. Liberaci dallo sgomento del baratro. Pur nell’eclisse, donaci trasalimenti di gioia, infondici nell’anima affaticata la dolcezza del sonno. Che la morte, comunque, ci trovi vivi!

Santa Maria, donna dell’ultima ora, disponici al grande viaggio. Aiutaci ad allentare gli ormeggi senza paura. Sbriga tu stessa le pratiche del nostro passaporto. Se ci sarà il tuo visto, non avremo più nulla da temere sulla frontiera. Aiutaci a saldare, con i segni del pentimento e con la richiesta del perdono, le ultime pendenze nei confronti della giustizia di Dio. Mettici in regola le carte, insomma, perché, giunti alla porta del Paradiso, essa si spalanchi al nostro bussare.”