martedì 24 febbraio 2015

Luca Tegas

Prima domenica di quaresima. Prima Via Crucis. Prima adorazione della croce per i confratelli del Carmine.

Da qualche giorno è ormai quaresima. È iniziata ufficialmente l’attesa. Quell’attesa che durante l’anno, nei momenti più inaspettati, illumina i nostri pensieri. Quell’attesa che durante la quaresima scandisce le nostre giornate, le nostre preghiere, le nostre speranze.


Domenica 22 febbraio nella Chiesa del Carmine si é iniziato a respirare aria di “Settimana Santa”.

Subito dopo la celebrazione eucaristica delle 17:30 ha avuto inizio la prima solenne Via Crucis del 2015. Uno dei momenti più sentiti ed attesi del cammino penitenziale quaresimale, un’occasione di preghiera e di riflessione interiore per tutti i fedeli.

Tre confratelli in abito di rito, Ruggero Calabrese che ha sorretto il Crocifisso, Salvatore Foti e Carmine Cianci hanno ripercorso le 14 stazioni che caratterizzano la Passione di Gesù, dalla condanna a morte, passando per le tre cadute, fino ad arrivare alla deposizione del sepolcro. Le letture del confratello Antonio Russo e della consorella Alessandra D’Arcangelo hanno poi scandito il passaggio da una stazione all’altra.

Ogni stazione é stata, inoltre, accompagnata dai canti, eseguiti in maniera magistrale e suggestiva, dal coro della nostra chiesa e dalle note dell’organo.


Al termine della Via Crucis, nel rispetto di una tradizione che si sta consolidando negli anni, dopo aver chiuso il portone della chiesa, i confratelli hanno dato vita al rito dell’Adorazione della Croce.

Le coppie di “perdune”, spoglie dell’abito di rito, con la corona di spine in testa e il bordone, hanno percorso la navata centrale della chiesa inginocchiandosi due volte lungo il cammino fino a giungere al crocifisso posto sotto l’altare dove, i confratelli, dopo essersi genuflessi una terza volta, hanno baciato il Cristo crocifisso.

Inutile negarlo: la prima nazzicata era attesa da tutti e poter nazzicare tra quelle mura tanto care, al riparo dagli occhi di chi a volte oltre che a giudicare, disprezza, è sempre un’emozione nuova e unica. É ancor più emozionate compiere il rito sotto gli occhi materni della Vergine Addolorata, bellissima sul suo altare, illuminata appena dalle luci delle candele.

FOTO PEPPE CARUCCI