Da oggi sino alla Settimana Santa la nostra Luciachiara ci parlerà delle Statue della Processione dei Misteri, la più piccola - ma più "confratella" - collaboratrice del Nazzecanne si cimenterà in un compito di cuore e storia che ci accompagnerà verso i nostri giorni. Buona lettura a tutti voi.
Luciachiara Palumbo
"Padre
mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la
tua volontà"
Troccola, gonfalone, croce dei misteri sono appena usciti e, dietro le transenne, chi da ore attende per un ottima visuale, pare svegliarsi al suono del primo simbolo.
I bambini si sollevano sulle punte o chiedono di essere presi in braccio per spiare tra le tante teste la prima statua.
Essa venne realizzata nel 1923 in sostituzione di quella precedente estremamente pesante e di difficile aggiudicazione, così come riporta l'indimenticato Nicola Caputo in "Settimana Santa Nascosta". Costruita da Salvatore Sacquegna su commissione dei due confratelli Pasquale e Angelo De Leonardis uscì per la prima volta in processione nel 1924.
Dopo il bianco dei cappucci calati sui volti si cerca altro, si cerca l'altro. Il cuore degli spettatori batte all'impazzata ed i più attenti osservano l'immagine di Gesù specchiarsi a fasi alterne, a ritmo di nazzicata, nel vetro del portone del Carmine.
Ma ecco che il suo volto lentamente appare sulla soglia e tutto ciò che precedentemente con le marce c'era stato comunicato ora diventa reale e lo strazio si può toccare con mano. Le prime gocce di sangue appaiono sulla fronte unite ad acqua.
Inizia quell'itinerario umano e Cristo, uomo, ha paura di affrontare quella tortura e di doverlo fare da solo pur di salvare un mondo che poco comprenderà quel suo gesto. La bocca, socchiusa, implora con dolcezza di essere sollevato da quel peso mentre gli occhi persi nel vuoto cercano di incontrare i nostri. "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!".
E la risposta è un angelo che con le due mani avvicina quella coppa di sangue amaro, un angelo dal volto triste, un angelo che sa e che assiste silenzioso. " Però non come voglio io, ma come vuoi tu!".
E' rassegnazione? No, non lo è … è passione, è voglia di amare fino all'ultimo l' umanità.