mercoledì 4 febbraio 2015

Antonello Battista 

L’ interesse per l’eccellente storia della nostra congrega e la ricerca di fonti ci spingono sempre più indietro nel tempo a riscoprire le persone che ci han fatto crescere come realtà confraternale, come comunità cristiana e come confraternita radicata nelle tradizioni della nostra città.

La figura storica che quest’oggi andremo a riscoprire è quella del Priore Angelo Caminiti, un nome che frequentemente ricorre nei libri di Nicola Caputo e nei libri di cronaca storica e che dunque i più assidui lettori e tradizionalisti conoscono molto bene. Il Priore Caminiti fu in carica per più mandati dal 1885 al 1889, dal 1900 al 1907 ed infine dal 1909 al 1914. Le sue ripetute rielezioni testimoniano indiscutibilmente un carisma ed una personalità che il Priore Caminiti in molte occasioni controverse seppe far valere per il bene della congrega e dell’intera comunità carmelitana.

A tal proposito è utile ricordare che nel 1901 proprio il priore Caminiti, come il Caputo ci ricorda in “Destinazione Dio”, seppe dirimere una spinosa questione sorta un anno prima tra i confratelli del Carmine ed i frati Carmelitani, all’epoca da poco insediatosi nella neo eretta Parrocchia del Crocifisso. La contesa era sorta per questioni di prelazione sul diritto di svolgere la processione del 16 Luglio in onore della nostra Titolare, che i frati della Parrocchia del Crocifisso volevano arrogarsi in nome della maggiore dignità del loro ordine Carmelitano. Il Priore Caminiti, dopo lunghe trattative con le autorità ecclesiastiche, seppe trovare insieme a tutto il Consiglio d’Amministrazione e l’Assemblea dei confratelli un giustissimo accordo che ancor oggi viene rispettato e che garantiva alla nostra congrega il diritto di svolgere la processione, ma con un obbligatorio passaggio nella chiesa del Crocifisso con la celebrazione di una piccola funzione in onore della Beata Vergine del Carmelo.


Il 1901 fu un anno fatidico per la nostra confraternita e in primis per il Priore Caminiti , nello stesso anno infatti furono realizzate e consegnate alla congrega le statue dei “tre Fratelli” ovvero la Colonna, Hecce Homo e la Cascata, commissionate al cartapestaio leccese Giuseppe Manzo. L’episodio è famosissimo e perfettamente raccontato sempre da Caputo nelle sue opere, tuttavia vorrei sottolineare la dovizia e l’impegno del Priore Caminiti affinché queste tre opere fossero realizzate nella maniera migliore e affinchè rispecchiassero l’ideale che egli aveva in mente per garantire il decoro che noi carmelitani abbiamo cucito nel cuore e sugli scapolari.

 Il lungo carteggio tra il Priore e l’artista leccese ci fornisce la prova che il comm. Caminiti aveva ben delineati quali erano i canoni per la realizzazione dei tre simulacri e fu capace oltretutto di farli rispettare al Manzo che possiamo ben dirlo ha realizzato tre opere di una bellezza rara e disarmante, allorchè quando si incrociano gli sguardi di quei tre Gesù, sfido chiunque a non provare un senso di vergogna e di pudore per i nostri peccati unica ragione del sacrificio di Cristo.

L’arrivo delle tre statue in tempo per la Settimana Santa del 1901, fu salutato da tutti i confratelli con giubilo e soddisfazione e l’onore di portare a spalla quei tre capolavori riempì l’animo di ogni confratello che partecipò quell’anno alla processione dei Misteri. Ancora oggi dopo 114 anni non si è spento lo stupore che alla vista di quelle tre meraviglie, attanaglia l’animo e stinge la gola in un gorgoglio di emozioni.

Il Priore Caminiti a mio parere non immaginava che il suo nome restasse negli annali e nei cuori dei confratelli, ma ciò che ha compiuto portando a compimento l’intento della congrega di rifare i tre simulacri e scegliendo come artista senz’ombra di dubbio il migliore dei cartapestai gli ha attribuito la caratura storica che una personalità come la sua di sicuro merita e che inevitabilmente conferisce lustro anche alla nostra confraternita che con umiltà, ma non senza orgoglio, vanta tra i suoi Priori nomi che l’eco della storia riverbera ancora sino ai giorni nostri.