lunedì 20 gennaio 2014

Dal 16 al 20 gennaio la Parrocchia di San Francesco ospita, per la festa, Vescovi e comunità ecclesiali. Giovedì 16, ospiti la Parrocchia e la Confraternita del Carmine

Benedetto M. Mainini


Il 20 gennaio 1842 le cronache di Roma registrano un avvenimento prodigioso avvenuto nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, retta dai Frati Minimi di S. Francesco di Paola: la Madonna è apparsa ad un ebreo ventisettenne, Alfonso Ratisbonne, convertendolo istantaneamente alla religione cattolica. Il fatto destò enorme stupore all’epoca e rimane, ancor oggi, l’unica apparizione mariana nella Città eterna, tanto che la chiesa di Sant’Andrea è stata definita da Benedetto XV “l’unica Lourdes romana”. Venne poi insignita del titolo di basilica da Pio XII e elevata a titolo cardinalizio da Giovanni XXIII. La Vergine apparsa al giovane alsaziano fu effigiata su tela dal pittore Natale Carta (1800-1880), secondo le indicazioni dello stesso Ratisbonne e posta alla venerazione dei fedeli nel maggio 1842: la soavità delle fattezze umane della Vergine vi fa trasparire un’intima grazia e maestà densa di spiritualità.

Anche a Taranto la Madonna del Miracolo, Protettrice dell’Ordine dei Minimi, è particolarmente venerata nella parrocchia di S. Francesco di Paola, che conserva una reliquia (oltre a quelle della Santa Croce e del bastone e del rosario di S. Francesco) dell’apparizione: un pezzetto della tovaglia che ricopriva l’altare dove la Madonna posò i suoi piedi. Inoltre c’è una cappella laterale dedicata appunto alla Madonna con un’artistica tela, opera realizzata nel 1986, dall’artista F. Casadei.

Ma cosa avvenne di preciso? Il Ratisbonne, giovane rampollo di una ricchissima famiglia di banchieri ebrei trapiantati in Alsazia, all’età di 25 anni decise di fare un viaggio in Oriente. Egli era un ebreo solo di nome: infatti rideva di ogni convinzione religiosa. Contrariava la religione cattolica e il suo odio contro Roma dei Papi era così forte che ogni volta che gli si proponeva la visita di Roma la faceva trascendere alle espressioni più arrabbiate. Ma davvero le vie del Signore sono infinite!

Il giorno dell’Epifania del 1842 si trovava a Roma: non seppe mai spiegarsi come vi giunse! Mentre passeggiava si incontrò con un suo vecchio compagno di studi, il barone Gustavo de Bussière. Invitato alla casa di questi conobbe il fratello di lui, Teodoro, cattolico esemplare. In una successiva visita si intrattenne in conversazione con Teodoro, conversazione che divenne vivace perché scivolò nel campo religioso. Ad un certo punto Teodoro de Bussière presentò a Ratisbonne una medaglia dell’Immacolata, che accetta e si lascia porre al collo per non dispiacere l’amico; Teodoro gli consegnò anche il testo del “Memorare” di S. Bernardo, preghiera che Alfonso accetta con divertito interesse.

La mattina del 20 gennaio 1842 il Ratisbonne si incontrò con il barone de Bussière che lo invita ad una passeggiata. Giunti nei pressi della chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, Teodoro lo prega di attendere perché avrebbe fatto una breve commissione per i frati Minimi. Alfonso invece entra in chiesa per scoprire qualche monumento artistico. Un cane nero d’un tratto gli saltava intorno! Improvvisamente si sentì spinto da una forza sovrumana verso una cappella nella quale tutta la luce si era concentrata e vide sull’altare la Vergine Maria nell’atto di invitarlo ad inginocchiarsi. Ecco ciò che depose lo stesso Ratisbonne al processo canonico: “Vidi come un velo davanti a me. La chiesa mi sembrava tutta oscura, eccetto una cappella, quasi che tutta la luce della chiesa si fosse concentrata in quella. Alzai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce e vidi sull’altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa, la Santissima Vergine Maria, simile, nell’atto e nella forma, all’immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell’Immacolata. Mi fece cenno di inginocchiarmi nel luogo dove mi trovavo. Una forza irresistibile mi spinse verso di Lei, che parve dicesse: Basta così. Non lo disse ma capii. A tal vista caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; cercai varie volte di alzare gli occhi verso la Santissima Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li faceva abbassare. Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della Vergine, benché Ella non mi dicesse parola, compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione Cattolica, in una parola compresi tutto”.

Quando il barone de Bussière dal convento rientrò in chiesa, scorse l’amico inginocchiato davanti alla cappella. Lo scuote due o tre volte. Finalmente Alfonso si volge verso di lui con le lacrime agli occhi. Tira fuori la medaglia Miracolosa e, baciandola, dice: “Era lei, proprio lei!L’ho vista, l’ho vista!”

L’Immacolata lo aveva illuminato! Il 31 gennaio 1842 Ratisbonne riceve il battesimo assumendo il nome di Alfonso Maria. In seguito divenne sacerdote e morì il 6 maggio 1884. Sulla tomba fu posta, per suo volere, la statua dell’Immacolata.
Il culto della Madonna del Miracolo ha avuto e continua ad avere significativi riconoscimenti, come la solenne incoronazione fatta dal Capitolo Vaticano nel 1892. Allo zelo dei Frati Minimi di S. Francesco di Paola è affidato il culto della Vergine. La vita stessa di S. Francesco è costellata dalla devozione verso Maria. La prima chiesa dell’Ordine (a Paola) volle dedicarla all’Assunta e così molte altre chiese, come quella di Taranto dedicata alla Madonna delle Grazie

Preghiamo affinché la Madonna continui a convertire i cuori di tanta gente, soprattutto di quelli che dicono di non credere in Dio.