mercoledì 15 gennaio 2014


Luca Bucci

Si sente spesso raccontare dai confratelli di quel senso di solitudine, o per meglio dire di silenzio, che si vive una volta calato il cappuccio bianco sul viso per un pellegrinaggio o una processione.

In quel momento tutto ciò che accade all’esterno sembra quasi svanire e, come per magia, ecco che inizia il nostro dialogo con Dio, quell’amico che troviamo ovunque ed in ogni momento della nostra giornata ma che solo in particolari condizioni abbiamo quasi la sensazione di sentirne la voce.

Ed è proprio in questi momenti di silenzio interiore che l’amico e confratello Mimmo Pricci prega per sé, la sua famiglia ed in particolar modo per la sua primogenita Ludovica di 4 anni.

Ho avuto il piacere di passare con lui un paio d’ore davanti ad un buon caffè e di ascoltare una storia, la sua storia, la storia della sua bambina, Ludovica, malata di Fibrosi Cistica.

Questa tremenda malattia colpisce all’incirca nel 25% dei casi compromettendo la funzionalità di diversi organi fondamentali, primi fra tutti i polmoni; in molti casi, trattandosi di patologia genetica, i primi segnali si possono riscontrare quasi dalla nascita. Esisterebbe, infatti, uno screening prenatale (uso il condizionale perché purtroppo alle tante “eccellenze” tarantine si aggiunge anche questa – la Puglia è una delle pochissime regioni italiane dove ancora non si effettua questa pratica) atto a verificare lo stato di salute del nascituro mediante accurate analisi.

Grazie a questo, Mimmo e sua moglie Lisa, sarebbero stati in grado di sapere pro tempore che la bambina era affetta da Fibrosi Cistica e che necessitava di specifiche cure mediche.

Al contrario, si sono ritrovati a dover ricoverare, con una grave crisi respiratoria, la bambina nata da pochissimo e come in un brutto sogno, percorrere quel maledetto bivio tra la vita e la morte ed avere la voglia di gridare al mondo la propria rabbia.

Ed è proprio in questo momento che Mimmo sfoggia un gran sorriso e con mio grande stupore mi dice: “Luca, ho fatto l’unica cosa che in quel momento era in mio potere…ho pregato Dio e la Madonna!”

Non nascondo il mio senso di smarrimento, lui mi parlava ma io mi chiedevo: “come fanno due ragazzi di 30 anni a sopportare tutto questo? Dove trovano la forza di non arrendersi mai?” Beh, la risposta è semplicissima…nell’amore verso Dio che gli ha donato un fiore malato chiedendo loro di curarlo, coccolarlo ogni giorno, farlo crescere e renderlo sempre più luminoso e colorato.

Fu proprio un Giovedì Santo che Mimmo e sua moglie vennero finalmente messi al corrente della diagnosi definitiva: Fibrosi Cistica. Loro, ovviamente, si sentivano smarriti, impauriti…ma soprattutto, completamente ignari di cosa tutto questo comportasse.


Sin da subito hanno dovuto rimboccarsi le maniche, ritrovare le forze per affrontare un problema decisamente serio e farlo nel miglior modo possibile affinché anche la bambina, crescendo, imparasse sempre meglio ad accettare le difficoltà e le attenzioni dovute per vivere il più serenamente possibile questo dramma.

Sono iniziate cosi delle pratiche giornaliere sempre uguali ma necessarie allo star bene di Ludovica: aerosol 3 volte al giorno, antibiotici, pillole di enzimi per la digestione ed una serie di ricoveri di routine, in alcuni casi d’urgenza dovuti anche ad un raffreddore o ancor più semplicemente all’aria inquinata che quotidianamente siamo costretti a respirare e che in patologie di questo tipo incide in maniera esponenziale.

Certo, mi raccontava, non sono mancati i momenti di debolezza, quella sensazione di non farcela, di guardare negli occhi Ludovica ed avere il timore di non essere all’altezza ma, proprio in quei momenti, hanno avuto la forza di voler sentire vicino il Signore, Lo hanno cercato, hanno chiesto Lui l’unica preghiera possibile: sconfiggere questo brutto male ma, nel frattempo, dar loro la forza di affrontarlo ogni giorno con serenità; e con quella stessa serenità hanno deciso di avere un secondo figlio, perche l’amore di Dio non conosce ostacoli…e da quell’amore è nata la piccola Fatima, Viola (nome che vien fuori dalla devozione di Mimmo verso la Madonna di Fatima e dal fatto che fosse proprio il viola il colore preferito della sorellina maggiore, Ludovica).Credo che due degli aspetti che più mi hanno colpito e commosso di Mimmo, siano stati proprio questa sua gran fiducia nella ricerca ad una cura ma, soprattutto, l’amore incondizionato verso il Padre che non ha voluto punirli bensì, parole sue, li ha voluto fare questo grande dono, e che Lui stesso li avrebbe sostenuti nelle difficoltà. Ed è proprio cosi che Mimmo, Confratello presso l’Arciconfraternita del Carmine ma anche presso la Confraternita di San Domenico, affida nelle mani del Signore e della nostra Madre Santissima il cuore di Ludovica, i suoi sorrisi, le sue mille domande, la sua voglia di vivere.

Convinti del loro percorso, Mimmo, membro del direttivo della LIFC Lega Italiana Fibrosi Cistica Puglia con sede al Policlinico di Bari (http://www.fibrosicisticaricerca.it/ , http://fibrosicistica.it/ ) e Lisa sua moglie, delegata per Taranto della FFC Fondazione Fibrosi Cistica con sede a Verona (http://www.mondoffc.it/Delegazioni/delegazione-ffc-di-taranto), si battono con gran veemenza proponendo iniziative ed eventi al fine di raccogliere dei fondi e far si che la ricerca continui e dia risultati incoraggianti come è accaduto negli ultimi anni. Mimmo ci tiene a sottolinearmi che, a differenza di tante associazioni fantasma con raccolte fondi fasulle, queste due organizzazioni, che anche loro rappresentano sempre in prima linea, promuovono la Donazione Sicura, che attraverso un organo di controllo, informano i propri donatori mettendoli costantemente al corrente dei progressi fatti.

Ho voluto chiudere questa chiacchierata/intervista chiedendo a Mimmo un monito, uno slogan che potesse far capire fino in fondo il coraggio di un padre ed una madre che vogliono continuare a vedere sul viso della propria figlia un sorriso sincero e quella voglia di vivere che solo una bambina sa trasmettere; tirando ancora una volta il fiato e sfoggiando il suo miglior sorriso, mi ha risposto:

“Uniti per sconfiggere la Fibrosi Cistica!”.